Vincent Van Gogh – biografia.
Vincent Van Gogh è stato un pittore olandese del XIX secolo; nasce a Zundert il 30 marzo 1853; muore invece ad Auvers-sur-Oise, il 29 luglio 1890.
Possiamo riconoscerlo come uno stereotipo perfetto dell’artista tormentato dell’epoca; un artista dall’anima tormentata da pensieri negativi e da ansie esistenziali, che conduce una vita dissipata, rovinata dall’angoscia, dalla depressione e dall’alcool, e che termina con un tragico suicidio.
Vincent Van Gogh è uno degli artisti più riconosciuti ed apprezzati dal mondo contemporaneo; le sue opere sono identificate ed amate a livello mondiale, e tutt’oggi la sua esistenza tormentata ci affascina; al contrario invece della sua epoca: pare che Van Gogh sia stato tanto geniale quanto incompreso e disprezzato durante la sua vita; ci basti pensare infatti che le sue opere erano poco conosciute ed apprezzate, e che abbia venduto soltanto un dipinto nell’arco della sua produzione artistica.
Molti ritengono che lo stile di Van Gogh sia legato all’Impressionismo, quando, al contrario degli impressionisti, Van Gogh non descrive attraverso le sue opere il suo personale punto di vista, bensì è la realtà rappresentata nell’opera che indica e descrive l’Io interiore dell’artista. E’ perciò considerato uno dei tanti esponenti dell’Espressionismo.
Vincent Van Gogh – biografia:
Nonostante la passione per l’arte e per il disegno nasca dalla tenera età, Vincent iniziò a dipingere solo dopo i suoi 27 anni: la sua produzione artistica infatti dura soltanto dieci anni, dal 1880 al 1890, poco prima di morire a 37 anni. I soggetti preferiti dell’artista sono paesaggi, autoritratti e ritratti, natura morta, fiori; specialmente cipressi e girasoli: questi ultimi sono diventati proprio un simbolo dell’artista.
Figlio di un pastore protestante, svolse un’attività teologica come predicatore nel 1879 nelle regioni minerarie del Belgio tra la vita degli umili; soggetti come minatori e pastori erano a cuore a Vincent: appoggiava e sosteneva le loro sorti e gli scioperi, tanto da essere considerato da parte delle gerarchie ecclesiastiche socialmente pericoloso. A causa di questa motivazione, la Scuola di Evangelizzazione di Bruxelles, decise di sollevarlo dall’incarico di predicatore.
Nel 1888 si trasferì, sotto il consiglio del fratello Thèo alla quale era molto legato, ad Arles, nel sud della Francia.
Qui conubbe la grande arte degli impressionisti francesi, ricavandone stimoli positivi grazie alle tecniche dei colori e alla stesura a tratteggio.
Dopo qualche mese, lo raggiunse il pittore Gaguin, amico di Thèo. Il loro rapporto non era uno dei migliori; pare infatti che ci fossero molte liti tra Van Gogh e Gaguin, forse dovuti anche all’instabilità mentale di Vincent. Ciononostante, i due iniziarono insieme un sodalizio artistico intenso che però si interruppe poco prima della partenza di Gaguin.
La partenza del pittore provocò una nuova crisi mentale a Vincent; a causa di quest’ultima, il pittore olandese si tagliò il lobo dell’orecchio sinistro, ed iniziarono in questo periodo i suoi numerosi ricoveri in ospedale, in bilico tra la depressione e l’ansia esistenziale.
La morte misteriosa:
Vincent Van Gogh morì nel 1890 a causa di un colpo di trivella di una pistola, probabilmente auto inflitto. Ci sono però anche altre ipotesi, c’è infatti chi pensa che il colpo sia stato sparato volutamente, e chi invece crede che sia stato inflitto per incidente: infatti la sera del 27 Luglio, Vincent tornò a casa dolorante e sanguinante dopo essere stato in un campo di grano, dove era solito passeggiare oltre che per dipingere le sue opere: diverse testimonianze confermano che quella stessa sera, un gruppo di ragazzi del luogo stavano giocando al tiro a bersaglio con l’arma.
Van Gogh ha sopportato il dolore per due giorni, morendo poi nella sua stanza.