Tutti contro Napoleone: la fine dopo la campagna di Russia

Dopo la disastrosa campagna di Russia e la sconfitta della sua Grande Armata, Napoleone si preparò al nuovo conflitto. Era la sua ultima occasione. L’Austria non era ancora pronta, disponeva di un’armata di 100.000 uomini.

Tuttavia, mancavano mezzi e viveri per condurre una guerra. Napoleone chiamò la classe militare del 1813 e 1814 e fece tornare le sue truppe dalla Spagna.

Trovò con facilità cannoni, fucili, munizioni e vetture; gli mancavano, però, i cavalli. Ciò lo costrinse a partecipare alla nuova guerra con una cavalleria molto sottile. Bonaparte lasciò Parigi il 15 aprile e raggiunse l’armata del Meno.

La superiorità numerica del suo esercito era schiacciante ma la mancanza di cavalleria gli impediva di esplorare ed inseguire. Lo zar Alessandro decise di attendere Napoleone ai piedi delle montagne e di attaccarlo qualora avesse raggiunto Lipsia.

La manovra dell’imperatore fu infatti di portarsi su Lipsia per aggirare sul fianco il nemico. Una volta presa la città aveva in mente una conversione verso sud per addossare l’avversario in Boemia ed annientarlo.

Il 2 maggio 1813, il corso dirigeva l’attacco di Lipsia quando il corpo del suo generale Ney fu attaccato a sorpresa da Blucher. L’imperatore accorse e riaccese la battaglia per attendere l’intervento di Bertrand sul fianco sinistro degli alleati e soprattutto quello di Eugenio che doveva tagliare la ritirata a est .

Entrambi i generali francesi, però, giunsero in ritardo. I coalizzati potettero ritirarsi dopo aver perduto meno uomini dei francesi. Bonaparte ripropose un attacco ma ancora una volta i suoi generali sbagliarono a manovrare.

Propose un armistizio non sapendo che il suo nemico fosse tanto debole e l’Austria impreparata. Egli non si riteneva capace per il momento di resistere alle tre potenze (Russia, Austria e Prussia).

L’armistizio avrebbe procurato rinforzi, specialmente la cavalleria. Gli alleati accettarono ma sospesero le ostilità per un solo mese, il 27 giugno prima di ricominciare la guerra firmarono l’alleanza a Reichenbach.

Essa fu confermata a Teplitz il 9 settembre ed il 9 ottobre l’Inghilterra si unì all’Austria, accordandogli 500.000 sterline. Quando il conflitto ripartì, Napoleone aveva 442.000 uomini contro i 512.000 degli alleati.

Tuttavia, ora disponeva di 40.000 cavalieri. L’esercito dei coalizzati fu diviso in 3 armate. A Blucher fu affidata l’armata di Slesia, composta da 66.000 russi e 38.000 prussiani.

Bernadotte prese il comando dell’Armata del Nord formata da 73.000 prussiani, 23.000 svedesi e 29.000 russi. La strategia era quella di minacciare le linee di comunicazione dei francesi e stancandoli lanciandoli all’inseguimento.

Non volevano passare loro all’offensiva, temendo altamente le qualità di Napoleone. Quest’ultimo in contraddizione con i suoi principi divise la sua armata ed attaccò Blucher che indietreggiò precipitosamente.

Il 23 agosto 1803, prima di costringerlo alla battaglia apprese che le sue truppe stanziate a Dresda erano state battute. Desistette dall’inseguire Blucher per andare in aiuto a questa città. Il 27 agosto , sfondò al centro l’armata di Boemia che perse 25.000 uomini.

Questa importante vittoria fu annullata dalla sconfitta del generale Vandamme a Teplitz che capitolò con 7.000 uomini e 48 cannoni. Intanto, Napoleone diresse Ney contro Bernadotte; il corso attaccò Blucher che indietreggiò ancora una volta.

Non lo inseguì perchè Dresda fu di nuovo minacciata e giunse in soccorso di essa. Il 6 settembre i francesi guidati da Ney subirono una pesante sconfitta a Dennewitz e persero 15.000 uomini.

La situazione era grave, l’armata francese si assottigliava sempre di più. Gli alleati riprendevano il loro piano iniziale e tornarono a Lipsia dove Napoleone giunse nell’ottobre del 1813. Intorno alla città riunì 160.000 uomini contro i 320.000 degli alleati.

Il 16 ottobre la battaglia si accese nella mattinata a sud della città. Gli alleati attaccarono per primi ma furono energicamente respinti. Chiamarono le riserve mentre Bonaparte attendeva rinforzi, poteva ancora battere in ritirata ma preferì sostenere un attacco generale.

Il 18 ottobre le sue truppe furono respinte fin dentro la città; per ritirarsi disponevano solo del ponte di Lindenau. Esso fu fatto saltare sacrificando la retroguardia.

I francesi persero 60.000 uomini , quel che restava della Grande Armata ripassò il Reno ma il tifo finì di distruggerla. Il nemico occupó le Marche e la Romagna.

La Spagna a causa dell’offensiva del generale inglese Wellington fu perduta dai francesi. Il Grande Impero era finito e come nel 1793 la Francia stava per essere invasa!

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