Questo è il primo articolo della neonata rubrica “Sistemi elettorali”. Nelle prossime settimane vi saranno alcuni articoli che tratteranno di questi argomenti per cercare di farveli comprendere meglio, cari lettori. Il primo “sistema elettorale” che tratteremo (anche se questo termine è molto vago e ampio) è quello del proporzionale.
Il sistema Proporzionale
Non vi è nuovo questo termine: ne ho già parlato qui in riferimento ad una possibile futura legge elettorale. In quell’articolo ho anche inserito una breve spiegazione che potesse far comprendere meglio il significato politico di quel termine, in questo articolo la spiegazione sarà un po’ più dettagliata.
Prima di tutto, un sistema elettorale viene usato da uno Stato per determinare il metodo di elezione dei parlamentari. Lo Stato ha molte possibilità per mettere a punto il sistema che meglio ritiene, quando lo fa procede all’approvazione della “Legge Elettorale” – ovvero quella legge dello Stato che determina e regola l’elezione dei propri parlamentari. Nelle nazioni dove è prevista anche l’elezione diretta del Capo dello Stato, si procede all’approvazione di una legge elettorale apposita (Collegio elettorale USA).
Quando uno Stato decide di adottare un sistema proporzionale, vuol dire che preferisce il concetto di rappresentatività piuttosto che il concetto di governabilità. Molto semplicemente, come suggerisce il nome, in questo sistema i seggi sono attribuiti proporzionalmente al numero di voti ottenuto da una forza politica. (Se Partito 1 ottiene il 37% dei voti allora avrà il 37% dei seggi in parlamento)
E’ un sistema che tradizionalmente non garantisce stabilità perchè solitamente si assiste ad una iper-frammentazione del Parlamento, per ovviare a questo problema si è soliti introdurre nelle leggi elettorali la cosiddetta soglia di sbarramento. E’ un tecnicismo che, data una determinata percentuale, se Partito 1 non supera quella soglia non potrà avere dei seggi in Parlamento. Per essere più chiari: se c’è una soglia di sbarramento al 5%, e Partito 1 ottiene solo il 4,9% dei voti, allora Partito 1 non ha diritto alla rappresentanza parlamentare. Questa norma è utilizzata spesso nei sistemi proporzionali per evitare l’entrata in Parlamento di troppe forze politiche che complicano la governabilità di un Paese.
L’Italia e il “caso particolare” dell’Olanda
In Italia vige un “sistema misto” tra proporzionale e maggioritario (che tratteremo più avanti). Infatti solo il 63% dei seggi è assegnato in proporzione al numero ottenuti e i seggi restanti vengono assegnati nei collegi elettorali, ma questo come detto verrà spiegato la prossima settimana.
In Italia c’è sempre stata una grande tradizione “proporzionalistica”, infatti tutte le leggi elettorali di questo paese hanno avuto sempre una quota proporzionale. La soglia di sbarramento attualmente è fissata al 3% per le elezioni politiche e al 4% per le elezioni europee, ma ciò non impedisce una certa frammentazione del nostro parlamento.
In Europa c’è un caso molto particolare: si tratta dell’Olanda. In questo paese vige una legge puramente proporzionale e addirittura senza una soglia di sbarramento. Basta aggiungere che nessun partito nei Paesi Bassi supera il 20% e si capisce che in quel paese la governabilità non è di casa. Infatti per poter governare l’Olanda è necessario fare lunghe contrattazioni tra partiti e formare un governo di coalizione, che può anche voler dire rinunciare a qualche propria idea per non scontentare il proprio alleato di governo che magari non sopporta questa idea. Questo è il grande limite di questo sistema elettorale: a lungo andare non si garantisce per niente la stabilità del proprio paese.
Prossimamente
Questo è stato il primo articolo di approfondimento sui sistemi elettorali e spero sia un po più chiaro ora cosa vuol dire proporzionale. Nel prossimo articolo si parlerà del sistema in contrapposizione a quello citato oggi, ovvero il sistema maggioritario.