Signac: il neoimpressionista della vivacità e del colore

Ritratto di Félix Fénéon (1890), New York, Museum of  Modern Art (MoMA)

FELIX FENEON eclettico, spirito libero dotato di spiccata intelligenza.
Critico letterario e attivista politico accusato di anarchia.

Paul Signac è considerato uno dei maggiori esponenti del neoimpressionismo scientifico accanto a Pisarro e Seurat.
Nato in Francia nel 1863, dopo aver interrotto gli studi di architettura, scoprì ben presto l’amore per la pittura

Ispirarsi all’impressionismo


E’ possibile scoprire Signac attraverso due fasi anche se non ben nette: quella impressionista e quella neoimpressionista. Nella prima fase, affascinato dalla novità di una pittura prettamente soggettiva, Signac iniziò a dipingere in atelieur a Montmartre, e, seguendo poi le orme degli impressionisti, sperimentò l’en plein air, realizzando opere in modo particolare: “questo consisteva nell’impastare i rossi, i verdi, i blu, e i gialli, senza troppi pensieri, ma con entusiasmo”.
Grazie ad una mostra incontrò Seurat, suo amico e maestro e insieme abbandonarono presto la mescolanza del colore per dedicarsi ad una semplice apposizione vicina di punti: il Pointillisme. Questa nuova tecnica si ispirava agli studi scientifici di Chevreul che analizzavano non il colore in sé, ma la sua percezione, ecco perché si parlò di neoimpressionismo o impressionismo scientifico.

L‘indipendenza artistica

Port de St Tropez


Fu anni dopo la fondazione della società degli artisti indipendenti del 1884 che venne prodotta la prima serie di tele. Signac dapprima eseguì composizioni con figure, tra cui il ritratto di Feneon, critico che diede il nome al movimento. Realizzò paesaggi dedicandosi poi, infine e completamente all’acqua e alle imbarcazioni.
Il pittore fu influenzato anche da Vincent Van Gogh.
I segni di questo incontro si riscontrarono presto nella nuova pittura di Signac: pennellate larghe e tocchi più vividi di colore. Si trasferì successivamente a Saint tropez dove la pittura en plein d’air era ormai un lontano ricordo.
Scrisse anche uno studio, intitolato D’Eugène Delacroix au néo-impressionnisme (Da Eugène Delacroix al neo-impressionismo) apprezzato da molti artisti, tra cui Henri Matisse e i Fauves.



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La crisi

Antibes

Arrivato ad Antibes, la guerra lo bloccò, provocando in un artista dai forti ideali pacifisti, una profonda crisi interiore e quindi anche artistica. Riprese a dipingere con l’acquerello tutti i porti della Francia solo tra il 1915 e il 1920 per volere del mecenate Levy.
Si trasferì in Bretagna e rimase lì fino alla sua morte avvenuta il 15 agosto 1935.

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