In Italia imperversa il dibattito tra le regioni che vorrebbero una ripartenza al più presto e quelle più “prudenti”. Il consulente del Governo, Walter Ricciardi, sostiene che è ancora troppo presto per poter parlare di ripartenza o “fase 2”, nonostante i dati incoraggianti degli ultimi giorni. Alcune regioni del Nord vorrebbero una ripartenza veloce (in primis, il Veneto) mentre le regioni del Sud chiedono più prudenza.
Il fronte delle regioni del Nord
Come detto, a guidare le regioni settentrionali verso la riapertura, è il Veneto. In questa regione si stanno registrando dati molto positivi per quanto riguardo la limitazione del contagio, dati che hanno indotto la Giunta leghista ad allentare alcune limitazioni per la chiusura delle aziende. Anche in Lombardia v’è una richiesta di ripartenza, “almeno per una parte del tessuto produttivo” sostiene la Giunta di Attilio Fontana, che aggiunge, per quanto riguarda l’ipotesi che alcune regioni ripartano prima di altre:
“Le decisioni saranno prese tutte insieme sulla base delle valutazioni dei tecnici a tutela della salute ma non credo che si possa arrivare a quello perché l’Italia potrebbe rimanere zoppa”.
Fontana affronta anche un altro tema, quello di un presunto commissariamento della sua sanità regionale:
“Avrei pensato che ci sarebbe stato un po’ più di buon gusto, aspettare almeno fino alla fine della tempesta, è un attacco contro di noi”.
L’ipotesi di commissariamento della sanità lombarda è nata dopo che è stata resa nota la modalità nella quale la Regione avrebbe affrontato i contagi nelle R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistenziali), la Regione avrebbe infatti aspettato ad intervenire e rendere noto che in diverse strutture per anziani erano presenti dei focolai di COVID-19. E’ certamente a conoscenza di tutti ciò che è avvenuto al Pio Albergo Trivulzio, RSA milanese, dove è scoppiata un’epidemia di COVID-19 tra gli anziani ospiti ma anche tra qualche membro del personale sanitario.
Invece in Piemonte si sta ancora assistendo ad una crescita di casi maggiore rispetto ad altre regioni, e la maggior parte di essi avviene proprio nelle RSA. In Piemonte dovrebbe essere istituita una Task Force che si occuperà di indagare ciò che non ha funzionato nella sanità piemontese e di predisporre delle linee guida per la fase 2, senza parlare apertamente di rimozione dei divieti vigenti.
La prudenza del Sud
Nei giorni scorsi ha fatto discutere la proposta del Presidente campano, Vincenzo De Luca. Egli ha affermato:
“Se dovessimo avere corse in avanti in regioni dove c’è il contagio così forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo una ordinanza per vietare l’ingresso dei cittadini provenienti da quelle regioni”
Non si è fatta attendere la replica del Presidente del Veneto, Luca Zaia:
“Se alcuni presidenti chiudono i confini regionali allora fanno loro l’autonomia, non è Nord contro Sud, è Sud contro Nord”.
Anche i Presidenti di Sicilia e Puglia invitano il Governo a valutare attentamente la riapertura, il timore di una possibile diffusione del Covid al Sud è che potenzialmente i sistemi sanitari regionali potrebbero non reggere.
Un appello all’unità e alla collaborazione Stato/Regioni arriva dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti:
“È importante che ora Governo e Regioni, con la comunità scientifica, lavorino insieme con un obiettivo comune: riaprire nei tempi giusti, in piena sicurezza
I partiti politici: come va il consenso?
Ora vorrei soffermarmi su come sono cambiati i bacini elettorali dall’inizio dell’emergenza. In tutti i paesi si registra un’impennata di consenso verso il Presidente o Primo Ministro (tranne in USA e Francia). In un sondaggio di metà aprile, il 60% degli italiani esprimeva un parere favorevole rispetto alle misure del Governo. Non male in un paese, come l’Italia, sempre molto diviso su molti temi. Come già detto, non si può dire che il Presidente Trump se la passi molto bene: il 55% degli americani non approva il suo operato durante l’emergenza.
Di seguito è riportata la “Supermedia” dei sondaggi, curata da YouTrend. (La differenza percentuale è data dalla percentuale pre-emergenza e quella attuale)
- Lega: 28.5% (-1.8%)
- Partito Democratico: 21.1% (+0.4%)
- Movimento 5 Stelle: 15.1% (+0.9%)
- Fratelli d’Italia: 13.5% (+1.3%)
- Forza Italia: 6.3% (+0.3%)
- Italia Viva: 3.3% (-0.9%)
- La Sinistra; 3.1% (+0.2%)