Il 29 marzo gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi riguardo a un referendum costituzionale. Si tratta di un referendum confermativo pertanto non è richiesto il quorum. Se approvato, il numero di parlamentari della Repubblica scenderà dagli attuali 945 a 600.
Il “taglio dei parlamentari”
Il Movimento 5 Stelle, fin dalla sua fondazione, ha sempre avuto come “cavallo di battaglia” il tema della riduzione del numero di parlamentari. Però non sono loro i primi a chiedere una riforma in tal senso: nella storia recente si ricorda il referendum costituzionale del 2016, che se fosse stato approvato avrebbe portato il numero di parlamentari da 945 a 730. Oltre che prevedere una riforma più strutturata dell’apparato statale. Questa riforma, ovviamente targata M5S, non prevede alcuna norma di riorganizzazione delle Camere o di altri enti statali. Infatti, se approvata, porterà la composizione della Camera da 630 a 400 deputati mentre il Senato passerà da 315 a 200 senatori. Con questa riforma non viene posta la cancellazione del bicameralismo perfetto, che è considerato da alcuni un “freno” alle attività legiferative.
Questa riforma prevede modifiche di carattere costituzionale pertanto se in Parlamento non si raggiunge la maggioranza di 2/3 dei membri, si ricorre ai referendum confermativi. Questo tipo di referendum, a differenza di quelli abrogativi, non richiede alcun quorum: ovvero l’esito della votazione sarà valido indipendentemente da quanti elettori si sono recati al voto.
Le ragioni di ciascun fronte al Referendum
Di seguito troverete alcune informazioni, ciascuna a sostegno di un fronte referendario. Partiamo dalle ragioni degli elettori del “sì”:
- “Con questo taglio si risparmiano 57 milioni di euro l’anno”
- “Ci sono troppi parlamentari in Italia, andrebbero tagliati”
- “Un parlamento con meno Deputati e Senatori è più efficiente”
Il fronte del “No” contrappone queste tesi:
- “Con questo taglio si riduce la rappresentanza democratica del Popolo”
- “Ogni cittadino Italiano avrà un risparmio pro-capite di soli 0,95 euro”
- “Alcuni territori, già poco rappresentati ora, perderanno ulteriore rappresentanza in Parlamento”
Sono state riportate le 3 tesi principali sostenute da ogni fronte referendario e non rappresentano in alcun modo le idee dei collaboratori di questo magazine culturale.