Quando cerchiamo “inconscio” nel dizionario troviamo immediatamente scritto “La sfera dell’attività psichica che non raggiunge la soglia della coscienza”. Ma cosa significa, come possiamo riconoscere la differenza tra l’una e l’altra e come possiamo raggiungere quell’elemento che possediamo ma di cui siamo impossibilitati di sentire?
La risposta ce la dà senza dubbio Sigmund Freud, padre della psicoanalisi e della moderna psicologia: nella nostra vita quotidiana l’inconscio è dentro di noi, ma è come se lo tenessimo incubato. Si libererà soltanto nei nostri sogni.
Definizione di inconscio secondo Freud
Secondo il nostro amico Freud, possiamo immaginare la nostra mente come un enorme iceberg. La parte emersa, quella apparentemente più piccola, sarebbe il nostro conscio, ovvero tutto ciò che riusciamo a controllare con la nostra coscienza. L’inconscio, come potreste già aver capito, è la parte sommersa, enorme, misteriosa, difficile da raggiungere. L’inconscio è diviso in due parti: la prima è il preconscio, formata da contenuti marcatamente inconsci e che possono essere portati facilmente alla luce. Come quando abbiamo una brutta discussione con il nostro fidanzato e dopo un po’ riusciamo a far emergere la parte più vera di noi, quella che ci ribolle nel sangue e che ci fa dire cose che non vorremmo. Tuttavia, questa è solo una piccola striscia dell’iceberg. Scendendo più in profondità troviamo il vero e proprio inconscio, parte che non possiamo controllare e formata da componenti della personalità mosse da una forza detta “rimozione“, che che può essere raggirata tramite l’ipnosi. Ed è qui che entrano in gioco le 3 “istanze inconsce” della nostra personalità che compongono le profondità dell’iceberg: la parte più oscura è l’Es, inaccessibile. Segue poi il Super Io, un insieme di proibizioni presenti dal primo giorno della nostra vita. L’Io è la forza che tiene in equilibrio le altre due con l’esterno: uno squilibrio potrebbe portare a una malattia mentale.
Viaggio nell'inconscio nella vita quotidiana
Come si manifesterebbe l’inconscio nella nostra vita quotidiana? E’ sempre inaccessibile oppure dovremmo cogliere dei vaghi segnali? Se avete risposto con la seconda opzione, bingo!
Secondo Freud, la nostra vita non è guidata esclusivamente dalla ragione e dalle scelte che facciamo. Anzi, dietro al nostro modo di pensare e di agire ci sarebbero dei fattori di influenza che risiederebbero ancora nel nostro inconscio. Ed è proprio nella vita quotidiana che si incontrano per confabulare contro di noi, anche se in maniera molto vaga, per l’appunto.
Lapsus
Per chi non lo sapesse, i lapsus sono errori involontari nel linguaggio: vogliamo dire una cosa, ma finiamo per dirne un’altra. Ebbene, questi errori apparentemente innocui esprimerebbero in realtà una colpa o un desiderio represso che non ammettiamo nemmeno a noi stessi. Spera solo che gli altri non pensino che quando dirai qualcosa di imbarazzante al posto di qualcos’altro sia ciò che veramente vuoi.
Atti mancati
Simili ai lapsus, ma riguardanti le azioni piuttosto che le parole. Infatti, in questo caso vorremmo fare una cosa ma finiamo per farne un’altra senza darci una spiegazione. Come quando vorremmo andare a un appuntamento e dovremmo prendere il bus, solo che lo perdiamo e ci arrendiamo a raggiungere quella persona in tempo. Questo è in realtà il nostro inconscio che vince sulla coscienza, dato che il desiderio nascosto è più forte di quello che pensiamo di possedere.
Dimenticanza selettiva
A chi non è mai capitato di cercare di ricordare qualcosa e, nonostante tutti gli sforzi, non riuscire a recepirla? Oppure quando durante una presentazione non ci viene proprio in mente quel determinato argomento nonostante l’avessimo studiato chissà quante volte? E’ qui che si parla di “dimenticanza selettiva”: essa ci spinge a dimenticare determinati accaduti perché associati inconsciamente a desideri, paure e contenuti che non abbiamo ancora razionalizzato.
Lo sapevi?
E nei sogni?
Siamo arrivati finalmente al nocciolo della questione: cosa ci insegnano i sogni sul nostro inconscio?
Come detto all’inizio, il nostro inconscio è nascosto dentro di noi e si libererà soltanto nei nostri sogni, in cui ci farà capire le nostre paure e i desideri più nascosti. I sogni hanno due componenti fondamentali: i contenuti manifesto e quelli latenti. I primi sono il “sogno in sé”, quello che accade, mentre i secondi sono l’interpretazione che si dà alle circostanze nella scena onirica. A volte il sogno può essere il ricordo di un evento passato, altre volte può nascondere la verità su noi stessi, verità che da soli non riusciremmo a decifrare.
Perché non riusciamo a ricordare i sogni?
Secondo la ricercatrice di dinamica cerebrale del centro per le neuroscienze di Lione, Perrine Ruby, “le persone che ricordano spesso i loro sogni hanno complessivamente un tempo di veglia, durante il sonno, più lungo rispetto agli altri.” In pratica chi sogna molto sarebbe più sveglio durante la notte senza esserne cosciente. Questa veglia permette di essere più sensibili agli stimoli esterni. “È per questo che memorizzano meglio le loro attività oniriche”, ha continuato la professoressa: “Durante il sonno il cervello non riesce a memorizzare nuove informazioni, ha bisogno di risvegliarsi per farlo”. La chiarezza con la quale ricordiamo i sogni dipenderebbe dalla fase del sonno nel quale ci si sveglia. (fonte: jedanews)
Inoltre, nei nostri sogni ci sarebbe una “fase REM”, in cui i sogni sembrano più chiari e i personaggi presenti sono riconoscibili. E’ qui che il sogno è facilmente identificabile e riusciamo a ricordarci qualche sfumatura. Nelle altre fasi i sogni diventano strani, vaghi. insomma, non ci capiamo più nulla.
In ogni caso, se vuoi ricordarti meglio i tuoi sogni e andare a analizzarli su google, metti un blocchetto vicino a te e, appena sveglio, appunta quello che ricordi
La lezione sull’inconscio finisce qui! Se siete arrivati a leggere fino a questo punto lasciate un commento e scrivete cosa vorreste trovare nel prossimo articolo della rubrica di Psicologia.
A presto!