Il professore Selvaggi (tramite un video trovato in rete) ci dice che la memoria storica è quando la storia, la grande storia, il popolo la riconosce e la trasforma. Essendo anche in un momento di pandemia a livello globale, non possiamo permetterci di negare senso e valore alla memoria. Oggi, per la memoria storica italiana è l’anniversario della Strage di Capaci; un vile attentato di stampo mafioso contro uno dei simboli alla lotta alla mafia, il magistrato Giovanni Falcone. Persero la vita anche: la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta che tramite la formula del giuramento, giurarono di essere fedeli alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri dello Stato per la difesa della Patria e delle libere istituzioni (i loro nomi sono: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro).
Dobbiamo immaginare la memoria come se fosse una cassaforte e con la giusta chiave e combinazione possiamo accedere ai ricordi.
Curiosando in rete, ho trovato un’intervista condotta da Lorenzo Ascione del “CORRIERE ELBANO” al politico e scrittore Walter Veltroni: viene posta la domanda del “Come mai oggi manca una memoria storica dei giovani ?” e lo stesso W. Veltroni risponde: “C’è poca memoria, si vive un presente eccessivo. La quotidianità si mostra in maniera eccessivamente impegnativa e riempie troppo la mente. Il troppo presente porta all’eliminazione della memoria […]”.
In piena emergenza da pandemia “COVID-19” oltre alla crisi economica, stiamo assistendo, a mio parere, anche alla crisi della giustizia e della memoria storica italiana a causa della questione delle “scarcerazioni dei boss mafiosi”.
Per questo l’essere umano per la volontà di ricordare, ha creato i simboli (ad esempio: targhe, monumenti al ricordo, ecc…).
Nella puntata del 20 Maggio 2020 di ATLANTIDE STORIE DI UOMINI E DI MONDI – Capaci, fine storia mai (trasmissione del canale LA7), nell’ inchiesta condotta dal giornalista Andrea Purgatori, mentre si trova davanti a quel che resta della macchina di Giovanni Falcone, voglio riportare le parole dette:”Questo è quello che resta dell’auto di Giovanni Falcone. Possiamo guardare queste lamiere accartocciate in molti modi ad esempio come un simbolo della memoria un po’ come la Renault 4 dentro la quale fu ucciso Aldo Moro […]”. Eccovi spiegato il valore del simbolo della memoria. Sempre nella stessa puntata, Andrea Purgatori ci ricorda le parole di Tina Montinari (moglie di Antonio Montinari, l’agente di polizia della scorta di Giovanni Falcone) che la memoria va coltivata. “Una donna tosta e senza peli sulla lingua”: così viene descritta Tina Montinari da Andrea Purgatori che da 28 anni fa memoria e che si sente indignata di uno Stato che mette “quei boss fuori è uno Stato perdente” e aggiungo anche (parole mie) un oltraggio alla memoria.
Adesso concludo con le parole del filosofo, scrittore e poeta George Santayana: “Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”.