Marzo di donne: la grande Azar Nafisi e le sue “Lolita”

Azar Nafisi
Per la rubrica Marzo di donne: Azar Nafisi autrice del best seller ” Leggere Lolita a Teheran.”
Azar Nafisi e le sue “Lolita” mi hanno accompagnata per parecchie settimane trascinandomi nel mondo dell’Iran e del suo regime. Punto centrale della riflessione dell’autrice è la letteratura presentata come una doppia finestra, che da sia sul mondo fantastico in cui rifugiarsi, sia su quello reale permettendoci di decifrarlo e comprenderlo meglio.

Azar Nafisi tra Iran e Stati Uniti

Azar Nafisi è nata nel 1955 a Teheran da genitori colti ed attivi nella politica iraniana del tempo. A soli tredici anni va negli Stati Uniti dove si laurea in letteratura inglese ed americana. Nel 1979 Azar Nafisi torna in Iran per insegnare all’università ma sin da subito nota che il suo paese è profondamente mutato: la Rivoluzione islamica aveva abbattuto la monarchia ed instaurato la repubblica Islamica con a capo l’Ayatollah Kohomenyni.

 Azar Nafisi viene espulsa dall’università tra il 1980 ed il 1987 perchè rifiuta il velo e contesta il regime. Ritorna poi all’insegnamento nel 1988 ma nel 1995 decide di licenziarsi e matura l’idea di tornare negli USA con la famiglia. Infatti parte per l’America nel 1997 ma sempre dirà di avere dentro di se L’Iran.

 

Leggere Lolita a Teheran

Leggere Lolita a Teheran è il capolavoro di Azar Nafisi, pubblicato nel 2003 e campione di incassi. Qui l’autrice ripercorre tutta la sua vita in Iran dagli anni ’70 fino al 1995. Lo fa raccontando di se ma anche delle allieve alle quali fa lezioni di letteratura in casa propria dopo aver lasciato l’università. Le ragazze sono modelli di vita e di reazione alla rivoluzione iraniana, c’è chi crede con fede ma è delusa dalla situazione politica, chi è vittima delle leggi repressive e chi vuole solo scappare via. La letteratura diventa motivo di evasione ma anche di riflessione sul mondo reale, mette in luce tutte quelle caratteristiche umane universali che si trovano ovunque e in ogni tempo.

L’attività letteraria di Azar Nafisi

Azar Nafisi ha scritto moltissime opere al centro delle quali c’è sempre la sua esperienza personale e la letteratura. Nel 2008 ha pubblicato ” le cose che non ho detto” dove ancora una volta fa parlare delle donne. Mette qui a confronto le donne della sua famiglia, compresa lei, raccontando l’Iran e le sue tradizioni attraverso occhi e generazioni diverse. Nel 2014 invece è uscito “La Repubblica dell’immaginazione” dove tema dominante è la letteratura e il concetto di immaginazione che ne sta alla base e al quale tutti dovrebbero fare riferimento. La scrittura di Azar Nafisi è coinvolgente, ricca di immagini che si materializzano davanti a noi mentre leggiamo e non ci abbandonano neanche una volta chiuso il libro. Azar Nafisi ha il potere di parlare all’anima del lettore e di accompagnarlo per mano in realtà sconosciute facendolo sentire a casa.

Il diritto all’immaginazione

In Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi finisce per proporre l’istituzione del diritto all’immaginazione: immaginare la propria libertà e felicità. Le ragazze e l’autrice stessa non fanno altro che sognare un mondo migliore, quello in cui hanno creduto, ma che si è ritorto contro. L’unico modo per ribellarsi a tanta atrocità e dolore è proprio quello di continuare a vivere, sorridere e sperare nel futuro. Ma sognare è un diritto che ognuno esercita a modo proprio, chi lo fa scappando altrove e chi decide di rimanere e lottare. Nessuno può giudicare le scelte personali perché ognuno è un mondo a sé stante proprio come i personaggi della letteratura.

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