Il mese di Marzo è dedicato alle donne e la nostra rubrica vuole omaggiarle raccontando storie di donne che si sono distinte per la loro attività letteraria e per le loro vite straordinarie. E quale miglior donna se non Matilde Serao , attiva in letteratura e prima giornalista donna fondatrice e direttrice di un giornale.
Una donna capace di distinguersi in un mondo maschile
Quello che più colpisce nella vita della Serao è notare come lei, donna in un mondo dominato dagli uomini come quello del giornalismo del diciannovesimo secolo, non solo riuscì a farsi strada e a dimostrare le sue capacità ma riuscì soprattutto a scardinare ogni stereotipo e a far breccia nel cuore di chi inizialmente non l’aveva apprezzata.
Figlia di un avvocato e giornalista e di una nobile greca decaduta, Matilde respirò l’aria del giornale e sviluppò il suo istinto da giornalista pur non avendo un grande amore per lo studio, ma fu perfettamente in grado di analizzare il mondo e gli uomini che lo popolavano e di rappresentarlo attraverso la sua penna nella maniera più sincera e schietta. Elemento, questo, che fu il tratto distintivo delle sue opere e dei suoi personaggi e le permise a poco a poco di farsi un nome in ambito letterario. Meravigliosa è l’immagine di Napoli, città in cui crebbe, che ci lascia attraverso le sue opere e che ci racconta in tutte le sue sfumature, senza sconti : tutto viene narrato con sincerità e attraverso la lente di ingrandimento che sono i suoi occhi e la sua mente di giovane donna curiosa e vivace.
Le prime difficoltà, e i successi giornalistici
La sua schiettezza, i suoi modi rozzi e il suo aspetto poco avvenente unito ad uno stile semplice e che, a tratti , mostrava la sua cultura non eccellente portò moltissimi critici ed esperti del settore a schierarsi contro di lei e le sue opere. Tra questi vi era anche il giornalista Edoardo Scarfoglio che da li a poco però, si sarebbe perdutamente innamorato di quella donna così fuori dagli schemi tanto da sposarla, darle quattro figli e fondare con lei prima il giornale “Corriere di Roma” e infine “Il Mattino”.
Oltre al suo spirito giornalistico anche la vita le permise di vivere momenti più disparati che poi lei metterà per iscritto nelle sue opere. Visse infatti la crisi matrimoniale col marito, il tradimento di lui con la cantante Gabrielle Bessard e il suicidio di quest’ultima quando, incinta, apprese che Scarfoglio non aveva intenzione di abbandonare la moglie. Mostrando un grande spirito di donna forte e pratica, Matilde perdonò il marito ed addirittura accettò di crescere la figlia che lui aveva avuto dall’amante; nonostante ciò il matrimonio finì comunque per naufragare. In seguito alla separazione dal marito e allo scandalo che la vedeva accusata di corruzione, Matilde lasciò Il Mattino ed iniziò a cercare da sola la propria strada. Finì, così, ancora una volta su quella del giornale. Incontrò il giornalista Giuseppe Natale con il quale fondò infatti “Il Giorno” e che sposò nel 1917 dopo la morte del primo marito.
La sua sincerità, il rispetto per se stessa e i suoi ideali le costarono parecchio tanto che nel 1926 lo stesso Mussolini osteggiò la sua candidatura al premio nobel per via delle idee della Serao, contrarie alla guerra e che la stessa donna non aveva mai tenuto nascoste.
Morì l’anno seguente stroncata da un infarto e fino alla fine dei suoi giorni diresse con vigore e passione il giornale, che vedeva come una sua creatura, alla stregua di un figlio.
Una grandissima donna, da ammirare e da seguire come un esempio. Buona festa delle donne!