La rivolta delle statue: un movimento internazionale

Il movimento internazionale che è nato a seguito dell’omicidio di George Floyd per mano di un poliziotto bianco sta assumendo delle posizioni alquanto pericolose.

Negli Stati Uniti molte città sono attraversate da un imponente movimento di protesta che certamente impatterà sulla campagna presidenziale. Attualmente il presidente Trump si trova in svantaggio rispetto allo sfidante democratico Biden. Negli ultimi anni la questione razziale sta conoscendo una fase nuova. Trump nulla ha fatto, di concreto, per arginare la distanza tra i bianchi e i neri che sono più poveri e soggetti ad un diverso trattamento da parte delle Forze dell’Ordine. Tra l’altro questa nuova fase succede il doppio mandato del primo presidente nero eletto negli Stati Uniti. Barak Obama.

In ogni caso, il movimento Black Lives Matter (le vite dei neri contano) sta attraversando tutto il mondo. In Italia ci sono state numerose manifestazioni pacifiche a Roma, Napoli, Bologna e in alte città italiane ed europee. Ma queste manifestazioni stanno interessando anche altri monumenti, spesso contestati, che fanno parte del patrimonio artistico e storico delle nostre città. Non è una formula nuova di protesta. La storia è piena di statue che sono state abbattute. Nel diritto romano esisteva l’istituto della Damnatio Memoriae, ovvero una pena consistente nella cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una persona, come se non fosse mai esistita.

Damnatio memoriae contemporanea

Un ciclo storico che torna a farsi sentire, all’interno di una protesta giusta, ma che può rappresentare un punto di debolezza per la protesta stessa. Abbattere statue di schiavisti, razzisti o personaggi dalla dubbia moralità comunque non cancella ciò che della storia spesso condanniamo. Per questo stesso motivo, tra l’altro, dovremmo distruggere il Colosseo oppure i campi di concentramento. Oggi li utilizziamo per raccontare in modo evidente ciò che non deve mai succedere in quella ottica cara ai sopravvissuti allo sterminio nazista. Sono ancora valide le parole di Primo Levi: “ Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

La rimozione storica è sempre molto pericolosa

La rivolta delle statue ha coinvolto diversi simboli in tutto il mondo. La prima statua abbattuta è stata quella di un famoso schiavista: Edward Colston, a Bristol. Una statua di Cristoforo Colombo è stata abbattuta a Richmond. Le statue di Churchill e Indro Montanelli sono state imbrattare rispettivamente a Londra e Milano.

La piattaforma HBO Max ha ritirato, per un breve periodo, il colossal Via col Vento (1939); la famosa storia d’amore tra Rossella O’Hara e  Rhett Butler poiché razzista. È innegabile che vi siano contenuti che oggi probabilmente non troverebbero spazio nel mondo cinematografico, ma in ogni caso è difficile comprendere le motivazioni che hanno spinto a ritirare questo film.

La rivolta delle statue
La rivolta delle statue: Rossella O’Hara nel film Via col Vento. Fonte ph: Facebook Gruppo 878.

La rivolta delle statue e il loro abbattimento, il ritiro dagli schermi di importanti film e altre azioni simili non rimuove dalla storia atti crudeli, guerre, forme di schiavismo. Semmai serve ad esacerbare animi che sono sempre surriscaldati. Ne è un esempio il caso di Indro Montanelli a Milano. All’imbrattamento della statua è seguito un dibattito sgangherato e vuoto. Protagonisti sono chi ritiene l’omaggio al giornalista di destra indegno e chi lo ritiene il continuatore di una destra di stampo fascista, senza fare un operazione di conoscenza della vita di un intellettuale controverso, le cui posizioni politiche sono certamente lontano dalle posizioni dello scrivente.

Sarebbe utile rimettere la storia al centro delle azioni politiche, che comunque dovrebbero guardare al passato non tanto per riscriverlo, ma per provare a costruire un futuro diverso, magari più giusto ed equo dove a Indro Montanelli magari, non sia permesso in nessuno posto del mondo di sposare (comprare) una bambina e/o a nessun poliziotto sia permesso di ammazzare un cittadino anche se questo ha commesso il peggior crimine.

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