Dopo la terza crociata che portó alla riconquista di Acri , in Europa il desiderio di riconquistare Gerusalemme non era esaurito.
All’elezione di Lotario di Segni a papa l’8 gennaio 1198, con il nome Innocenzo III, la speranza si riaccese.
La chiamata alla crociata del nuovo papa incorporava gli obiettivi di riforma spirituale ed ecclesiastica attraverso l’evangelizzazione ed il diritto canonico .
La sua bolla Quia maior del 1213 ed il decreto Ad liberandum del 1215 diventarono un modello per le crociate future. In essi il papa esortava a prendere la croce e soprattutto integrava sia concetti teologici che pratici ed economici.
Nel decreto Ad liberandum impose una tassa ecclesiastica triennale di un ventesimo per finanziare le crociate. Innocenzo spedí in ogni angolo della cristianitá numerose lettere datate 15 agosto 1198 dove invocó una nuova crociata a seguito del ritiro delle truppe tedesche in Terrasanta.
Il raduno era fissato nel marzo del 1199. Il papa affidó la propaganda della crociata all’energico Folco di Neuilly. I primi a rispondere alla chiamata furono alcuni dei nobili piú importanti della Francia: Tibaldo di Champagne, Luigi Blois e Baldovino di Fiandra.
La partecipazione dei regnanti europei in questa crociata fu esclusa a causa anche delle lotte tra il regno di Francia ed Inghilterra che spinsero i sovrani a restare nei propri territori.
La pianificazione fu caratterizzata da vertici di comando con un alto livello di consapevolezza della politica del vicino Oriente ed da un flusso di comunicazione ininterrotto tra i pianificatori occidentali ed i Franchi nell’Outremer .
Fu deciso di inviare 6 ambasciatori in Italia con il compito di scegliere chi li avrebbe trasportati in Oriente e di trattare le condizioni. Pisa e Genova si tirarono immediatamente indietro, rimaneva Venezia che aveva avuto diverse esperienze nelle crociate precedenti .
Gli ambasciatori francesi giunsero a Venezia nel Febbraio del 1201 e raggiunsero un accordo con il doge della cittá, Enrico Dandolo, nell’aprile dello stesso anno.
L’accordo stipulato fu il seguente: il trasporto di 4.500 cavalli con 9.000 scudieri e 4.500 cavalieri e 20.000 fanti oltre che approvvigionamenti per uomini e cavalli per un anno. Il tutto, in cambio di ben 85.000 marchi.
I veneziani offrirono anche 50 galee in cambio di una spartizione dei territori conquistati. L’armata doveva riunirsi entro il 29 giugno del 1202 ed i pagamenti fatti in quattro rate: 15.000 mila marchi il 1 agosto 1201, 10.000 il 1 novembre, 10.000 il 2 febbraio 1202 ed i rimanenti 50.000 a fine aprile 1202.
Gli ambasciatori depositarono subito 5.000 marchi per consentire la costruzione della flotta presso il doge. Il trattato di Venezia divenne il piú famoso contratto di trasporto della storia europea e in esso vi era l’intento segreto di conquistare l’Egitto, considerato di vitale importanza per sferrare un attacco in Terrasanta.
Il trattato era, tuttavia, un’arma a doppio taglio perchè dava fretta ai crociati sui pagamenti e impediva di raccogliere ulteriori truppe oltre il numero stabilito.
Dall’altra parte, Venezia era costretta a lavorare unicamente sul contratto con i crociati e costruire oltre 200 navi in tempi record.
A testimonianza di ció abbiamo le parole del doge Enrico Dandolo: ” Non appena i vostri messaggeri ebbero concluso il patto con me e con la mia gente, ordinai che nessun mercante partisse per i suoi commerci ma aiutasse a preparare questa flotta nè potranno piú guadagnare nulla per un anno e mezzo “.
È necessario sottolineare come il trattato non prevedesse nessun scontro con Bisanzio. Solo gli eventi successivi portarono alla scontro con l’impero bizantino.
L’impresa fu minacciata dalla morte di Tibaldo di Champagne il 24 maggio 1201. Fu scelto immediatamente un sostituto per colui che doveva essere uno dei condottieri, la scelta ricadde in Bonifacio del Monferrato, un uomo molto ricco ed imparentato sia con i Capetingi che con gli Hohenstaufen.
Nell’agosto del 1201 Bonifacio fu insediato a capo della crociata e convinse altri signori a prendere la croce.
I crociati giunsero a Venezia nell’estate del 1202, tuttavia mancavano ulteriori 34 mila marchi per soddisfare le cifre del contratto stipulato un anno prima.
Enrico Dandolo, preoccupato, propose ai crociati nel settembre del 1202 di attaccare Zara: il bottino della cittá avrebbe appianato il debito.
Il problema era che la cittá era sotto la protezione del re cattolico ungherese, un attacco avrebbe portato alla reazione certa del papa.
Nonostante ció, i crociati accettarono l’offerta e Zara fu conquistata nello stesso anno nonostante il ritiro di numerosi crociati contrari nell’attaccare un re cattolico.
Nel dicembre Bonifacio giunse a Zara con Alessio Angelo, nipote dell’imperatore Alessio III, e propose ai crociati denaro ed uomini in cambio di attaccare Costantinopoli e mettere sul trono Alessio.
La proposta non fu istintiva bensí ben programmata, Alessio Angelo era da tempo alla ricerca di uomini per diventare imperatore in oriente e quando nacquero i primi problemi nella crociata, capí che poteva raggiungere un accordo.
Inizialmente solo i veneziani erano d’accordo, mentre la maggioranza dei crociati erano preoccupati nell’attaccare un territorio cattolico, ma quando le risorse iniziarono a mancare e capirono che l’unico modo per avere successo in Oriente era avere un territorio dove appoggiarsi, scelsero di accettare la proposta di Alessio e Bonifacio.
La flotta salpó da Zara nell’Aprile del 1203 e giunse il 24 giugno 1203 a Calcedonia, sul versante opposto della costa asiatica rispetto a Costantinopoli.
Il 17 luglio i veneziani sferrarono un violento attacco anfibio che non ebbe successo ma raggiunse un grande impatto politico.
Alessio III, infatti, preso dal panico abbandonó la cittá e fu ripreso immediatamente come imperatore Isacco II che accettó di mettere Alessio Angelo come vice col nome di Alessio IV, che immediatamente saldó il debito dei crociati con i veneziani e offrí soldi in cambio di protezione e di un futuro attacco in Egitto.
Tuttavia i crociati si mostrarono irrispettosi e numerosi furono le violenze e gli incendi perpetrati nella cittá.
Per tale motivo il genero di Alessio III, Murzuflo con l’appoggio di numerosi greci, riuscí ad imprigionare Alessio IV e Isacco II. Murzuflo diventó imperatore con il nome di Alessio V ed in febbraio del 1204 inizió la guerra contro gli Occidentali.
Dopo l’uccisione di Alessio IV, i crociati decisero di attaccare la cittá per non mandare a frantumi l’impresa. Fu stabilito che l’eventuale bottino fosse raccolto in maniera centralizzata, il futuro reggente scelto da un comitato di 12 membri, 6 crociati e 6 veneziani.
Il resto dell’impero suddiviso da un altro comitato di 12 crociati e 12 veneziani. Il 9 aprile iniziarono gli attacchi dei crociati che culminarono il 12 aprile quando si fece breccia tra le mura della cittá.
Murzuflo scappó ed il 13 aprile i crociati entrarono nella cittá, inizió un violento e barbaro saccheggio che portó al raggiungimento di ben 300.000 marchi piú numerose reliquie che furono trafugate.
Dopo la conquista della cittá, Baldovino di Fiandra fu scelto come reggente ed il potere occidentale in oriente duró fino al 1261. Terminó cosí la quarta crociata, sicuramente la piú discussa di tutte