Quando la mente si trova in balia del caos, dove i pensieri che passano finiscono per plasmare quello che vediamo e solitamente ci portano chissà dove, la mente inizia a vagare.
La metafora della montagna è uno strumento che riporta la chiarezza mentale e la pace interiore.
Ma di che tipo di montagna stiamo parlando? Perché parliamo di “chiarezza” mentale? Siamo in balia di preoccupazioni quando pensiamo? Perché è tanto importante la pace interiore?
Preoccupazioni future e/o passate
Siamo circondati da una marea di distrazioni, dove facciamo davvero fatica a rimanere nel momento presente: l’unica cosa che si possiede.
Si finisce ogni volta per chiedersi “Cosa devo fare domani (o in un qualunque momento futuro)?” oppure ci capita di rimuginare aspetti del passato a cui facciamo attenzione nel momento presente.
La situazione che si genera è inevitabile: si precipita in una spirale di pensieri autogenerata dove diventa davvero difficile riprendere l’attenzione che si aveva prima che essa irrompesse.
Di conseguenza, riportare la mente al momento presente, è un gran passo da compiere.
In quel momento si vive un’altra situazione molto significativa: la perdita di cognizione del tempo, infatti abbiamo l’impressione che il tempo scorra più veloce del normale – ciò aumenta lo stato di frustrazione e disagio in termini emotivi e psichici.
Perchè questo accade?
Ciò capita in assenza di un lavoro sulla mente: senza di esso, è (quasi) improbabile che si sappia gestire la quantità di pensieri che vagano all’interno della nostra testa.
Per esempio è capitato a tutti che mentre siamo impegnati in qualcosa, da un momento all’altro abbiamo la sensazione di essere in sovrappensiero, quasi come se la mente dovesse partorire qualcosa, eppure non capiamo cosa succeda. In inglese questa azione viene chiamata “Mind-wandering”.
Ci sono strumenti intrinsechi per impare a “osservare” i nostri pensieri:
- la meditazione – che trasferisce in modo diretto un lavoro sulla visualizzazione, l’attenzione e l’osservazione dei pensieri, emozioni e sensazioni corporee;
- la stesura dei propri pensieri su carta, ci porta a elaborare meglio il flusso di pensiero riportandoci in modo significativo nel momento presente.
Atop the mountain
Supponiamo che ognuno di noi abbia, nella propria mente, la percezione di quella che è la visuale che si può osservare dalla cima d’una montagna:
palazzi paragonabili a scatole giocattolo, grandi alberi che sembrano bassi e innocui, vaste pianure che somigliano a dei rettangoli di colore differente, ecc… – sembra tutto così piccolo e frale.
In questo posto, accade una cosa inaspettata: ti senti lontano da tutti e in stretto contatto con la natura – essendo l’unica ad avere maggiore rilievo per la vista – possiamo persino udire il fruscio del vento e ci possiamo far cullare dall’energia di quel posto senza tempo.
In questa “dimensione” capiamo che tutto ciò che accade giù dalla montagna non ci tocca in modo diretto e ci permette di vivere in uno stato mentale di pace, ergo non abbiamo pensieri che ci passano per la testa, perciò possiamo concentrarci su ciò che ha più valore per noi: il benessere mentale.
Nella realtà…
… possiamo applicare questo metafora su noi stessi ogniqualvolta che sentiamo la mente in uno stato di sovrappensiero.
Tutto ciò che dobbiamo fare è sederci e chiudere gli occhi, proiettando noi stessi su quella montagna dove ogni nuvola che passa è un pensiero che osserveremo senza giudicarlo – sapendo che non rimarrà lì per sempre – senza farci trasportare da essi poiché i pensieri sono il più delle volte creazioni date dalla nostre preoccupazioni.
Bastano 10 minuti per fare ciò per riportarci nello stato di presenza mentale.
Praticando quotidianamente questa metafora riusciremo a conoscere di più noi stessi e questo ci fornisce degli strumenti per conoscere anche la gente che ci circonda.