Romeo e Giulietta di Shakespeare
”In questa bella Verona, due casate, di pari nobiltà, si scagliano, per antico rancore, in sempre nuove contese che macchiano di sangue veronese mani di veronesi. Dalla tragica progenie di questi nemici sono nati sotto cattiva stella due amanti che con la loro pietosa morte mettono termine alla furia dei loro parenti. Lo sventurato corso del loro fatale amore e l’odio costante delle loro famiglie, troncato soltanto alla fine di queste creature, saran per due ore l’argomento della nostra tragedia. Ascoltate con orecchi pazienti e noi ci sforzeremo di rimediare ai nostri difetti.”
Questo è l’incipit della celebre tragedia di William Shakespeare Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet) (1596), ma la storia dell’amore più celebrata della letteratura non è frutto dell’immaginazione del poeta inglese. Questa infatti affonda le sue radici nella vera storia delle famiglie veronesi del XXII secolo.
Già Dante infatti nel Purgatorio cita le famiglie Montecchi e Cappelletti (poi diventati Capuleti nella versione letteraria), e proprio questi sono i primi proprietari dell’edificio medioevale in Via Cappello 23. La loro presenza è certificata dallo stemma del cappello sulla chiave di volta dell’arco di entrata al cortile della casa.
Questo palazzo ha vissuto diverse fortune, cambiando nella storia proprietari e destinazione d’uso. Dickens racconta che, nella sua permanenza a Verona, questo fosse nient’altro che uno squallido albergo.
Dal 1907 il palazzo è stato però rilevato dal Comune di Verona, che lo ha rilanciato e restaurato. Da allora è uno dei simboli più importanti della città, grazie soprattutto a quel celebre balconcino.
Quel luogo infatti, da supposizione o leggenda, è diventato come un sito archeologico, nel quale ritrovare le vicende e i dolori dei giovani innamorati.
Romeo e Giulietta non hanno potuto vivere il loro amore. La tragedia volle che entrambi non vedessero la luce del sole nel tentativo di fuggire dalle loro famiglie.
Airbnb ha voluto indire un concorso per tutte le coppie di innamorati, mettendo in palio una notte proprio lì, nella camera più romantica di tutte. Nella stanza di Giulietta infatti, utilizzata da Zeffirelli per il suo celebre film, nel giorno di San Valentino potrà soggiornare una coppia di innamorati. Il concorso ha il compito di riaprire quel luogo non solo a semplici visite diurne, ma anche a veri e propri pernottamenti.
E se il romanticismo non è quello che cercate, il palazzo rimane comunque un importante edificio storico, nonostante i restauri più diversi che ha subito. Negli anni ’40 soprattutto è stato modellato da Antonio Avena per ricreare un’atmosfera rinascimentale ispirata a Il Bacio di Hayez. Anche il balcone non è originale, ma ricavato da un assemblaggio di resti marmorei del XIV secolo. Sono invece notevoli gli affreschi interni, datati tra il XIV e il XVI secolo.
Altro simbolo, ormai storico, del sito è la scultura di Nereo Costantini raffigurante proprio l’eroina shakespeariana, scolpita nel 1969.
Il balcone di Giulietta è un bellissimo simbolo d’amore, meraviglioso! Mi piacerebbe vederlo da vicino un giorno.