L’illusione e la caduta di Edessa
Dopo la conquista di Gerusalemme del 1099 gli occidentali fondarono il cosidetto “Outremer” , diviso nel Regno di Gerusalemme e nei Principati di Antiochia , Edessa e Tripoli.
Il potere cristiano in Oriente era tuttavia continuamente minacciato dal vicino nemico musulmano che non destó mai grande preoccupazione nei primi decenni del Regno a causa della mancanza di unitá dell’Islam.
Tuttavia le sconfitte dei crociati del 1108-1109 con gli intenti di ampliare i loro domini furono un primo segnale di allarme cosí come la disfatta totale di Boemondo di Taranto nella sua campagna contro i bizantini, che terminerá con l’umiliante trattato di Devol, fu un chiaro segnale di instabilitá dell’Outremer.
Inizió a mancare l’unitá tra sovrani e baroni ed il sistema feudale introdotto in Oriente inizió a vacillare anche per lo scontro di interessi tra i nobili giunti in Terra Santa.
Questi segnali negativi sfociarono nella caduta di Edessa avvenuta tra il 14 ed il 26 dicembre 1144 per mano del turco Zangi , governatore di Aleppo e Mosul.
Le conseguenze della caduta di Edessa
La notizia della caduta di Edessa filtró in tutta Europa e papa Eugenio III emanó il 1 dicembre 1145 la bolla “Quantum predecessores ” dove descrisse dettagliatamente i privilegi culturali e spirituali di chi avesse intrapreso la strada per il Santo Sepolcro.
Eugenio offrì la remissione di tutti i peccati , la protezione della Chiesa per familiari e beni , l’immunitá delle cause civili e l’esenzione dal pagamento di interessi su mutui e prestiti.
La caduta di Edessa fu vista dal papa come una punizione per i peccati commessi ed il suo appello era indirizzato in particolar modo ad un uomo , re Luigi VII di Francia.
Il monarca voleva riscatto a causa di numerosi disastri compiuti durante i suoi primi anni di reggenza come lo scontro con il conte di Champagne e dell’ecclesiastico Bernardo di Chiaravalle.
Luigi spinto da cause politiche e religiose (voleva intraprendere il pellegrinaggio per Gerusalemme) nel Natale del 1145 a Bourges parló dell’impresa in Oriente. Oltre a questa assemblea ce ne furono altre due a Vezelay nel marzo 1146 e Etampes nel febbraio 1147.
Tuttavia , inizialmente gli appelli del re francese non ebbero un grande successo , solo l’intervento dell’energico abate Bernardo di Chiaravalle aiutó il re a radunare un vasto esercito a Verdun nel giugno del 1147.
San Bernardo di Chiaravalle
Bernardo, come Urbano II 50 anni prima , predicó in tutta la Francia ed ebbe un grande successo grazie al modo in cui discusse l’argomento.
I preparativi dietro ad ogni sua assemblea nelle varie regioni francesi furono meticolosi e le masse di persone che si radunavano erano giá a conoscenza dell’argomento trattato ma la grande teatralitá organizzata ad ogni incontro permise alla chiamata di Bernardo di raggiungere un grande successo.
A rispondere all’appello furono i piú importanti vassalli del regno tra cui Thierry d’Alsazia , Alfonso Giordano conte di Tolosa ed Enrico Tibaldo conte di Champagne.
L’attivitá di Bernardo non si fermó in Francia ma proseguí nei territori dell’Impero con l’intento di convincere Corrado III . L’abate visitó la Renania , Worms , Magonza , Liegi , Francoforte e l’Italia settentrionale e durante il natale di Spira incontró Corrado III e lo convinse a partire insieme agli altri crociati.
La risposta alla chiamata del papa fu straordinaria e sorprendente , Corrado e Luigi discussero attraverso le loro ambascerie i preparativi per il grande viaggio verso l’Oriente e alla fine scelsero entrambi la strada dei Balcani per giungere in Terra Santa.
I primi a giungere in Oriente furono i tedeschi che il 10 settembre del 1147 arrivarono a Costantinopoli dove l’imperatore bizantino Manuele I che mise la cittá in piena allerta militare a causa degli scontri tra tedeschi e greci durante il cammino verso l’oriente.
Luigi VII e Corrado III: da Dorylaeum a Tiberiade
Nonostante ció si giunse ad un accordo e l’esercito di Corrado attraversó il Bosforo diretto in Terra Santa , dove marció verso Dorylaeum che il 25 ottobre fu teatro di una pesantissima sconfitta , le truppe occidentali disorientate e non esperte di quei territori caddero in una trappola turca , i musulmani finsero una ritirata e la cavalleria occidentale si gettó all’inseguimento del nemico lasciando la fanteria senza protezione.
Ci fu un vero massacro di cristiani e lo stesso Corrado rimase ferito alla testa colpito da due dardi . Il 4 ottobre dello stesso anno Luigi VII arrivó a Costantinopoli dove non ci furono scontri con Manuele I e aspettó che i tedeschi si riorganizzassero per incontrarsi tutti insieme a Lopadio ma durante il cammino Corrado si ammaló gravemente e fu trasportato in fretta a Costantinopoli dove fu curato al servizio dell’imperatore bizantino.
Luigi continuó la sua marcia verso sud e sconfisse i turchi sia a Efeso sia sulle rive del Meandro.
Il re francese proseguì il suo cammino e nella battaglia di Honaz riuscì a proteggere fanteria e non combattenti ma l’esisto della battaglia si riveló disastroso , in seguito Luigi arrivó ad Adalia e dopo oltre un mese di discussioni decise di imbarcarsi per la Siria con il maggior numero di cavalieri consentiti ed in fanti ancora in salute.
Luigi lasció una gran parte del suo esercito ed i non combattenti ad Adalia , questo contingente fu in breve massacrato e Luigi fu aspramente criticato dopo questo evento.
Il re francese arrivó nel principato di Antiochia il 19 maggio 1948 e da lí giunse in breve tempo a Gerusalemme dove arrivó anche Corrado III che rigeneró il suo esercito.
Il 24 giugno ci fu un un’importante assemblea ad Acri e si decise di attaccare Damasco , la forza di invasione si radunó a Tiberiade il 24 luglio e i crociati credevano di conquistare in breve tempo Damasco portandola alla resa.
A dimostrazione di questa tesi abbiamo la mancanza di armi di assedio nell’esercito cristiano.
La fine della seconda crociata
Il 27 luglio dopo 2 giorni di scontri , conquistare la cittá siriana risultó molto difficile e l’arrivo della notizia di un ‘imponente esercito musulmano guidato da Nur ad-Din che stava marciando verso Damasco , portó alla ritirata delle truppe crociate.
Con la mancata conquista di Damasco , abbiamo la fine della disastrosa crociata guidata da Luigi VII e Corrado III che da lí a poco tornarono in Europa.