Italo Calvino: la vita dello scrittore partigiano italiano

Italo Calvino nacque il 15 ottobre del 1923, a Santiago De Las Vegas. Il padre, Mario, fu un agronomo, mentre la madre, Eva Mameli, ottenne la docenza nel 1915. Nel 1925, i genitori di Calvino decisero di partire per l’Italia, trasferendosi a Sanremo, dove il padre lavorò per la Stazione sperimentale di floricoltura “Orazio Raimondo”. Nel 1927, Italo frequentò l’asilo infantile presso il St. George College e, in quel periodo, nacque il fratello Floriano. Il periodo fascista entrò in contrasto con la famiglia Calvino. il padre dell’autore fu costretto a iscriversi al Partito Nazionale Fascista per ottenere un lavoro presso l’università di Torino. E’ tra il 1929 e il 1933 che Calvino ebbe un’esperienza con il periodo fascista, poichè divenne balilla. Nel 1934, l’autore frequento il liceo-ginnasio. In questi anni, Italo ebbe modo di approcciarsi alle opere letterarie, in particolare le riviste umoristiche “Bertoldo”, “Marc’Aurelio” e “Settebello”, fecero crescere in lui uno spirito di ironia sistematica. E’ in questo periodo che egli si avvicinò al mondo cinematografico e a disegnare vignette e fumetti. Tutti questi elementi saranno determinanti per la composizione delle sue future opere. Quando scoppiò la guerra mondiale, Calvino intraprese la strada dell’impegno politico. Nel periodo della guerra, egli si dedicò alla scrittura di poesie, brevi racconti, opere teatrali e si appassionò al disegno di vignette con impronta caricaturale. Completati gli studi, Calvino si iscrissi alla facoltà di Agraria all’università di Torino, però non abbandonò le sue passioni. Nel 1942, egli scrisse “La commedia della gente”, opera teatrale, che parla di un ordigno che avrebbe distrutto l’umanità. L’ambiente di Torino uniscono in lui la letteratura e la politica. Nel 1943, Calvino si trasferì alla facoltà di Agraria di Firenze. Nel campo Mercatale di Vernio, gli arrivò la notizia dell’arresto di Mussolini, e il 9 agosto dello stesso anno ritornò a Sanremo. Dopo l’8 settembre, per scappare dalla leva della repubblica di Salò, si allontanò e così fiorì la sua vocazione letteraria. Il 6 settembre del 1985, l’autore fu colpito da un ictus e fu portato all’ospedale Santa Maria Della Scala, dove fu operato al cervello, ma qualche giorno dopo ebbe un’emorraggia cerebrale e morì il 19 settembre del 1985. Calvino riposa nel cimitero-giardino di Castiglione di Pescaia, in provincia di Grosseto.

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