Imperatore Tito Flavio: una personalità da scoprire

Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto, più comunemente conosciuto come Tito, fu il secondo imperatore alla dinastia Flavia. Questo imperatore è ricordato per le sciagure che caratterizzarono i suoi 3 anni regno.

La gens Flavia era una famiglia italica d’origine modesta appartenente alla classe media, successivamente, grazie alla militanza fedele nell’esercito imperiale, passarono all’ordine equestre. In fine giunsero al potere nel 69 con primo imperatore Vespasiano, padre di Tito.

 

Imperatore Tito Flavio
L’imperatore Tito Flavio.

Dalla nascita alla formazione

Tito nacque a Roma nel 39, crebbe alla corte imperiale assieme a Britannico, figlio dell’imperatore Claudio, che fu avvelenato durante un banchetto e morì. Anche Tito fu intossicato e rimase ammalato per lungo tempo.

Durante la sua adolescenza ricevette un’educazione militare oltre a quella letteraria.
Divenne abile sia nell’uso delle armi sia nell’arte oratoria in greco e in latino.

All’età di 19 anni iniziò la sua carriera nell’esercito come tribuno militare, cioè ufficiale dell’esercito romano, prima nella provincia della Germania Superiore e poi in Britannia, dove si distinse e venne ricordato per il suo valore e la sua moderazione.

Tornò a Roma nel 63 e intraprese una carriera forense giungendo ad ottenere la carica di questore, ma tra il 66 e il 68 ritornò alle armi. Fu incaricato da Nerone a guidare le battaglie della Campagna in Giudea assieme al padre Vespasiano.

Nel 70 Tito fu nominato console ed entrò in carica mentre era lontano da Roma. L’anno successivo partecipò alla rivolta e alla caduta di Gerusalemme

I fatti furono raccontati dallo storico ebreo Flavio Giuseppe nella sua opera Guerra giudaica, dove viene descritto come l’eroico comandante che assediò e conquistò tutto.

Venne idolatrato, infatti non aveva avuto precedenti esperienze di comando.

 

 

L’imperatore Tito Flavio: diverso dalle aspettative

Nel 79 Tito succedette il padre e fu il decimo imperatore romano: inizialmente temevano che si sarebbe comportato come Nerone, ma al contrario egli fu un valido e stimato imperatore, amato dal suo popolo. Dovette però affrontare tre calamità che si abbatterono nei territori imperiali:

  • L’eruzione del Vesuvio del 79 ha provocato la distruzione delle città di Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia e gravi danni nelle città e comunità attorno al golfo di Napoli.
  • L’incendio di Roma del 80 che distrusse alcuni luoghi caratteristici della città come il tempio di Giove sul Campidoglio, il Pantheon e le terme di Agrippa.
  • L’epidemia di malaria del’81, durante la quale assistette in prima persona ad alcuni malati, fu contagiato e morì.

Durante il suo regno l’imperatore Tito Flavio stette vicino agli sventurati colpiti dalle catastrofi con l’affetto di un padre. Fu un imperatore sempre disposto a fare del bene, celebre è la frase a lui attribuita “Amici, hodie diem perdidi” (“Amici, oggi ho perso una giornata”) detta al termine di una giornata dove non era riuscito nel suo intento altruista.

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