Il Terrore colpisce tutti:la morte di Maria Antonietta e Danton

Durante il Terrore a Parigi le autorità disponevano di 50 luoghi di detenzione. In questo periodo i detenuti salirono fin a 70.000 nella sola capitale. Il carcere più duro era la Conciergerie che i detenuti la paragonavo ai gironi più bassi dell’inferno dantesco. Nelle prigioni, i detenuti ricchi potevano permettersi di dormire su un letto pagando 27 franchi e 12 soldi al mese. Chi non disponeva di risorse dormiva sulla paglia in stanze strettissime prive anche del bagno.

Tra le migliaia di detenuti nelle carceri parigine c’era anche la regina Maria Antonietta. Si trovava alle Temple e accusata di fornire al figlio di un’istruzione monarchica, fu separata dal principino. La sua educazione venne affidata al calzolaio Antoine Simon.

Il bambino fu trattato come un’animale e costretto a vivere nella sporcizia ed al buio fino al 1795. Il 2 agosto del 1793 la regina fu deportata alla Conciergerie. Il 12 ottobre fu portata al Tribunale Rivoluzionario ed Hebert (uno dei fanatici del Terrore) la accusò che la sua vita da regina bastasse per condannarla.

Il procuratore generale, Fouquier-Tinville, dimostrò i contatti con gli austriaci della donna che insieme ad altre accuse portarono alla sua condanna a morte. Tornò alla prigione, scrisse una lettera alla cognata dove gli affidava i figli ed indossò un vestito bianco e delle scarpe prugna.

Al patibolo fu trasportata con una carretta scoperta, in questo modo la folla la insultò pesantemente. Solo all’ultimissimo momento la regina iniziò a tremare. Morì il 16 ottobre del 1793 sulla ghigliottina.

Dopo la regina, il Terrore voleva colpire i suoi avversari politici: i girondini. Nel loro atto di accusa presentato da Saint-Just, furono accusati di essere sostenitori della monarchia e partecipanti di complotti controrivoluzionari.

Dinanzi a queste accuse, il verdetto della giuria non fu in dubbio. L’annuncio determinò un clima estremamente drammatico, Brissot batté il mento sul petto. Valazè si uccise con un coltello ed anche Claviere si tolse la vita. Condorcet si avvelenò.

Vergniaud decise,invece, di condividere il destino dei suoi compagni. Il 31 ottobre del 1793 tutti i girondini salirono sulla carretta cantando in tono di sfida la Marsigliese. Sanson impiegò 36 minuti per tagliare 22 teste.

Furono ghigliottinati nei giorni seguenti anche altri importanti ex-rivoluzionari. Barnave, Bailli e Philippe Egalite furono giustiziati i primi giorni di novembre.

Questo clima di terrore non piaceva a Danton che cercò con una strategia di porre fine al potere di Hebert e dei suoi sostenitori. Erano loro, infatti, a volere sempre maggiore violenza. Danton voleva lanciare una campagna di stampa a favore della clemenza e contro Hebert. Dopodichè, auspicava nella comprensione di Robespierre e Barere del Comitato di Salute Pubblica affinchè apportassero dei cambiamenti all’interno dello stesso organo.

Danton voleva attaccare di cospirazione i sostenitori di Hebert. Robespierre, inizialmente, tracciò una nuova mappa dell’intrigo controrivoluzionario ed inserì anche alcuni hebertisti. Tuttavia, il 10 novembre Chabot e Basire avevano parlato dell’opportunità di porre dei limiti alla facoltà dei comitati di disporre dell’arresto dei deputati della Convenzione medesima.

Tale proposta arrivò da due uomini sospetti e vicini a Danton e fu attaccata dai fanatici del Terrore. Il problema era che Chabot e Basire avevano approfittato della loro posizione per ricevere denaro dalla Compagnia delle Indie in cambio di emanare leggi favorevoli ai loro interessi.

Nella vicenda era coinvolto anche Fabre d’Eglantine, amico di Danton. Chabot fu vittima di violenti attacchi da parte degli esponenti più radicali dei giacobini e per risolvere la sua posizione si recò da Robespierre.

La mattina del 14 novembre gli disse che doveva informarlo di uno sconcertante complotto al quale egli stesso aveva partecipato solo per patriottismo ed indagare sui cospiratori. In pochi giorni le autorità repubblicane arrestarono numerosi uomini tra i quali anche lo stesso Chabot.

Fabre d’Eglantine inizialmente si era sottratto dalle indagini. Godeva di fiducia da parte di Robespierre che gli affidò un compito nell’inchiesta ufficiale. L’uomo diede inizio alla sua offensiva e attaccò anche Camille Desmoulins.

Il rivoluzionario seppe difendersi dalle accuse grazie al suo giornale “il Vieux Cordelier”. Lanciò anche violenti attacchi ad Hebert ed alla violenza del Comitato di Salute Pubblica.

Desmoulins propose una riforma specifica da attuare immediatamente: la costituzione di un comitato di clemenza indipendente da quello di Salute Pubblica. Il suo compito era quello di rivedere i casi di incriminazione discutibile. Il nuovo organo avrebbe potuto garantire una salvaguardia delle denunce in malafede.

Il giornale ebbe grande successo e fu seguito da tutti coloro che erano stanchi della violenza. Danton e Desmoulins cercarono di persuadere soprattutto Robespierre che nutriva ancora profonda stima nei due rivoluzionari.

Riuscirono nel loro obiettivo ed il giacobino fece nascere il comitato di clemenza. Per un’istante si ebbe l’impressione che il Terrore stesse finendo. Il 21 dicembre , però, Collot d’Herbois ( reduce dai combattimenti di Lione) accusò la Convenzione di aver perso il suo obiettivo principale: condannare i traditori.

Il suo discorso avvincente cambiò le cose. Nutriva del rispetto di colui che aveva combattuto per la Repubblica, per tale motivo fu ascoltato rigorosamente.

Robespierre era cosciente che la situazione non potesse continuare a lungo e che quello scisma tra sostenitori di Danton e Hebert dovesse finire.

Quando ebbe la prova chiara che Fabre d’Eglantine accettò soldi dalla Compagnie delle Indie, scrisse una lettera a Danton dove gli chiese di abbandonare i suoi amici corrotti ed accettare gli ordini del suo Comitato.

Danton molto devoto agli amici rifiutò tale richiesta e Robespierre giudicò l’atto imperdonabile. Nello stesso periodo, Hebert cercò di innescare un’insurrezione per far approvare alcuni decreti economici a vantaggio dei poveri.

Il Comitato scoprì tale intento e Saint-Just sferrò un attacco agli hebertisti, accusati di favorire la controrivoluzione in quanto le rivolte erano dannose alla Repubblica. Il 24 marzo 1794, Hebert e 19 suoi amici furono ghigliottinati .

Dopo una settimana furono arrestati anche Danton e Desmoulins. Il 29 marzo, Danton cercò di persuadere Robespierre ma quest’ultimo non gli diede ascolto. Il 2 aprile una folla enorme arrivò nell’aula del tribunale a sostenere Danton.

Il giorno dopo iniziò il suo discorso e si rivolse al popolo” Popolo tu mi giudicherai quando mi avrai ascoltato, la mia voce sarà udita da tutta la Francia”. Poi continuò “i codardi che mi diffamano oseranno attaccarmi guardandomi in faccia?”.

Saint-Just preoccupato dalle capacità di difesa di Danton e della folla che lo acclamava, sollecitò il Tribunale ad emanare la sentenza. Fu decisa anche per loro la ghigliottina.

Nel carcere del Luxembourg dove fu rinchiuso insieme a Desmoulins, manifestò il suo rimpianto di dover lasciare la Repubblica in uno stato così miserevole, governata da uomini che non sapevano nulla.

“Se solo potessi lasciare in eredità le mie palle a Robespierre e le mie gambe a Couthon, il Comitato potrebbe sopravvivere più a lungo”. Desmoulins intanto scrisse una toccante lettera all’amata Lucine.

Il 5 aprile Danton, Desmoulins e de Sechelles andarono a morire sulla ghigliottina. Danton e de Sechelles tentarono di abbracciarsi ma furono separati da Sanson. Infine, Danton disse a Sanson “Non dimenticarti di mostrare la mia testa al popolo. Ne vale proprio la pena”.

Il Terrore non faceva sconti a nessuno, neanche a coloro che erano stati gli amici più stretti di Robespierre!

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