Il papato alla fine del medioevo: lo Scisma d’Occidente

Come abbiamo precedentemente appreso, Gregorio XI riportò la sede del papato a Roma. Ciò pose fine alla “cattività avignonese” nel 1377. Questo rientro alimentò delle speranze di una riforma della Chiesa. Le quali, però, furono disattese a causa dello Scisma d’Occidente.

Il conclave del 1378 e la spaccatura religiosa

Nel 1378 si tenne il conclave per l’elezione del successore di Gregorio XI morto in quell’anno. Questo evento si ebbe in una situazione di tensione. Infatti, la popolazione italica pretendeva un italiano come vescovo della Città Eterna.

Si dice che la folla romana pretendesse un vescovo di Roma italiano. Il conclave elesse il vescovo di Bari, Urbano VI.

Ciononostante, i cardinali francesi erano molto contrariati per l’elezione di un pontefice di origini italiane. Inoltre, questi si opponevano al ritorno del capo della cristianità nello stivale. Per queste ragioni, essi, elessero il vescovo di Ginevra. Egli prese il nome di Clemente VII e decise di far ritorno ad Avignone.

Lo Scisma d’Occidente

D’ora in avanti le due fazioni iniziarono ad eleggere i propri successori indipendentemente dall’altra fazione per i trent’anni successivi.

Era iniziato un nuovo scisma che divideva la cristianità: lo Scisma d’Occidente. Chiamato in questo modo per distinguerlo da quello avvenuto qualche secolo prima, nel 1054, tra Chiesa d’Occidente e Chiesa d’Oriente (lo Scisma d’Oriente).

La guerra dei Cent’anni e lo Scisma d’Occidente

A questo punto gli Stati europei si schieravano chi con uno chi con l’altro. Difatti, questo Scisma si va ad inserire nel gioco di Alleanze della guerra dei Cent’anni. Una guerra che contrappose Francia ed Inghilterra dal 1337 al 1453.

la divisione dell’Europa durante lo Scisma.
Fonte Wikipedia

Il papa di Roma era supportato da Inghilterra, Irlanda, Fiandre, Firenze e l’Italia settentrionale. Il papa di Avignone, invece, ottenne l’appoggio di Francia, Castiglia, Portogallo, Navarra, Aragona, Regno di Napoli, Scozia e dei Savoia. In poche parole, l’Europa del tardo medioevo era divisa non solo politicamente, ma anche confessionalmente.

Il papato si indebolisce

Il sistema delle concessioni dei benefici, cioè la concessione di terreni in usufrutto da parte della Chiesa, divenne uno dei più gravi problemi. Si ebbero numerose critiche nei confronti dell’inesperta burocrazia, andando ad incidere sulla ricchezza del papato e ciò provocò spesso confusione sulla competenza di alcuni territori.

La lunga crisi attraversata dal papato provocò un ripiegamento dell’organizzazione ecclesiastica e della vita religiosa nei quadri nazionali e regionali. La dimensione nazionale assunta dalle istituzioni ecclesiastiche divenne manifesta durante il Concilio di Basilea. In esso i rappresentanti del clero, cioè vescovi e abati, si raggrupparono per nazionalità.

I concili

Il Concilio di Basilea

Lo Scisma d’Occidente fu eccezionale, non solo per il numero dei principi e sovrani coinvolti, ma anche per la sua durata e gli strumenti politici e dottrinali utilizzati per giungere alla sua soluzione come il concilio: da sempre simbolo dell’unità della Chiesa cristiana, sebbene questo si dimostrò un fallimento.

Il Concilio di Pisa

Difatti, nel Concilio di Pisa del 1409, cui parteciparono numerosi esponenti dei due schieramenti, si dimostrò inefficace. I due pontefici, contrariamente alle istruzioni del Concilio, non rinunciarono alla carica in favore di Alessandro V. A Pisa, infatti, i cardinali elessero proprio Alessandro V. Quindi, in Europa, si potettero contare contemporaneamente tre vicari di Pietro.

Il Concilio di Costanza e la fine dello Scisma

Nel 1413, infine, venne convocato dal nuovo papa pisano, cioè il successore di Alessandro V, un concilio a Costanza. Esso proseguì sino al 1418.

Nel Concilio di Costanza si affermò la teoria del primato dei concili. Alla fine del 1417 i tre papi in carica rinunciarono al titolo e furono deposti. Quindi si procedette all’elezione di un altro vescovo di Roma. Un cardinale della nobile famiglia romana dei Colonna fu eletto e prese il nome di Martino V. Egli rimase in carica fino al 1431.

Il periodo conciliare

Questa elezione pose fine allo Scisma d’Occidente e aprì la fase conciliare della Chiesa Cattolica. In quanto il Concilio di Costanza emanò due decreti:

  1. Haec Sancta, che prevedeva la superiorità del Concilio sul Pontefice;
  2. Frequens, il quale prevedeva che i concili fossero convocati con estrema frequenza,

Nonostante queste decisioni il periodo conciliare durò poco e il papato si presentò all’alba dell’età moderna, come uno Stato italiano. In questo stato, il pontefice ricopriva il ruolo di un monarca assoluto.

Fonti

  1. Zorzi, Storia Medievale, UTET Università, Torino, 2016
  2. Azzara e A. M. Rapetti, La Chiesa nel Medioevo, il Mulino, Bologna, 2009

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