Il Movimento 5 Stelle è in crisi

Marzo 2018. Il Movimento 5 Stelle raggiunge il 33% dei voti e diviene il primo partito in Italia, è l’apice del successo raggiunto dal movimento politico di Beppe Grillo ma da allora i consensi hanno iniziato drasticamente a calare.

Un calo che si riscontra a partire dal Luglio dello stesso anno, secondo i sondaggi.  Appena un mese dopo la formazione del Governo tra 5 Stelle e Lega nel quale il Movimento realizzerà la sua misura bandiera da sempre: il Reddito di Cittadinanza.

Eppure nonostante l’implementazione di quella misura tanto agognata che ha portato i grillini al Governo del paese, i consensi calano e sembrano trasferirsi verso la Lega di Matteo Salvini che intanto assicura più volte: “Questo Governo va avanti 5 anni, nessuna crisi.”

I risultati elettorali regionali del 2018-19 sembrano confermare questo trend: in regioni dove i 5 Stelle avevano sfondato quota 40% (Abruzzo, Molise, Sardegna, ecc…) il Movimento raggiunge a malapena il 35% (in Molise) mentre in altre regioni fatica ad arrivare al 20%.

I dati che preoccupano di più il direttorio 5 Stelle sono che il Partito Democratico, dato per morto dopo le elezioni, sta tornando a crescere e minaccia di sorpassare i 5 Stelle con la possibilità di relegarli al 3°posto ed indubbiamente la crescita costante della Lega, anche nelle regioni meridionali – considerate delle vere e proprie roccaforti per il M5S.

Movimento 5 Stelle
Luigi Di Maio, attuale Capo Politico del Movimento 5 Stelle.

Le elezioni europee per i 5 Stelle

Il primo vero banco di prova però sono le elezioni europee del 27 maggio 2019. Si assiste al tracollo del Movimento 5 Stelle che raggiungono solo il 17,4% dei voti, sorpassati dal PD al 22,3%.

Il dato eclatante è però uno: la Lega Nord ottiene oltre il 34% dei consensi. I rapporti di forza all’interno del Governo sono completamente ribaltati ma Salvini ripete che vuole andare avanti col Governo e non chiede ministeri in più al Presidente Conte.

E’ da questo punto in poi che inizia la crisi del Movimento 5 Stelle: in un anno si sono persi circa 15 punti percentuali e le prime voci critiche verso Luigi Di Maio iniziano a levarsi all’interno dei 5 Stelle. In un partito politico dove non c’è mai stato il problema delle “voci dissidenti” questo è un dato importante – si inizia a contestare la figura del Leader politico.

Siamo ancora ben lontani dalle minacce d’espulsione o di uscita dai 5 Stelle di cui attualmente siamo a conoscenza. Ma queste Europee sono senza dubbio il punto di inizio della crisi.

Il caso Fioramonti e l’espulsione di Paragone dal Movimento

Nel precedente articolo su Lorenzo Fioramonti avevamo parlato di come tutta la “governance” del M5S abbia criticato pesantemente la scelta dell’ex-ministro di dimettersi. Ciò ha portato Fioramonti a lasciare il Movimento e passare al Gruppo Misto, prima di creare la sua creatura politica: Eco; che verrà annunciata presumibilmente dopo le elezioni regionali.

Il dato che preoccupa di più Di Maio è che una modesta pattuglia di deputati 5 Stelle sarebbe pronto ad approdare in “Eco” affievolendo ulteriormente il potere 5 Stelle in Parlamento. Sebbene Fioramonti abbia annuciato che supporterà il Governo, anche Conte sarebbe preoccupato per la formazione di un 5°partito a sostegno del suo Governo. “Non voglio fare la fine di Prodi” dice.

Se il fuoriuscito Fioramonti supporterà ancora il Governo, è di tutt’altro avviso Gianluigi Paragone. Infatti il Senatore varesino è stato espulso dal M5S per via del suo voto contrario alla Manovra e per la sua opposizione al MES, Paragone affida a Facebook la sua risposta in merito all’espulsione, scrivendo su un foglio di carta:

”Sono stato espulso dal nulla… c’era una volta il 33%, ora…”

Paragone definisce il Movimento il “nulla” e annuncia che potrebbe ricorrere alla “giustizia ordinaria” per contestare l’espulsione. Se nelle primissime ore dopo l’espulsione era data per certa la sua adesione alla Lega, Paragone smentisce dicendo che non può entrare in un partito che sostiene Mario Draghi come Presidente della Repubblica.

Infine, c’è la questione dei 3 senatori grillini che sono passati alla Lega, questione che non turba solo Di Maio ma l’intera maggioranza, infatti al Senato i numeri sono più risicati per il Governo. Al momento non sarebbero previste altre fuoriuscite dal M5S verso la Lega, ma intanto aumentano incessanti le voci in dissidio con il leader, Di Maio.

Il futuro del Movimento

Riuscirà nei prossimi mesi il Movimento 5 Stelle a far fronte a questa crisi e tornare ad essere una forza politica competitiva o la sorte dei 5 Stelle sarà quella prevista da Matteo Salvini?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *