Il daimon: la chiamata di ogni uomo

Ciascuna persona viene al mondo perchè chiamata

– James Hillman

Cos’è il daimon

Alla fine della sua opera più celebre, ‘La Repubblica’, Platone racconta del mito di Er. Secondo tale mito, prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon che è tipico e unicamente nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti. Come avrà poi elaborato Plotino, il maggiore dei filosofi neoplatonici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e alla sua necessità. Tuttavia succede che noi arriviamo a ripudiare tutto ciò, perché dimentichiamo, venendo al mondo, quanto scelto dalla nostra anima.

Platone racconta quel mito affinché non dimentichiamo, infatti, salvando il mito potremo salvare noi stessi e prosperare. Il mito, insomma, svolge una funzione psicologica di redenzione, e una psicologia derivata dal mito può ispirare una vita fondata su di esso.

Definizione del daimon

Per secoli si è tentato di attribuire a tale daimon una più giusta e moderna definizione: una vocazione, una chiamata. I latini parlavano di Genius, i cristiani di angelo custode, i neoplatonici di ochema , gli egizi del ka o il ba. L’etnologo Ake Hultrantz, studioso dei popoli amerindi, sosteneva che “l’anima trae origine da un’immagine”. Analogamente Platone parla di paradeigma, ossia forma fondamentale, che abbraccia l’intero destino di una persona.

La teoria della ghianda

La teoria della ghianda elaborata da Hillman, psicoanalista di formazione Junghiana, afferma che ognuno di noi è venuto al mondo con un’immagine che ci definisce, ognuno di noi incarna l’idea di se stesso. Tale idea non accetta eccessive divagazioni. Nonostante sia difficile da accettare, il daimon ha a cuore il nostro interesse, perché rispetta la scelta presa dalla nostra anima prima che il corpo assumesse la sua forma

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