Il Concerto di Capodanno della Filarmonica di Vienna (ted. Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker) è certamente l’evento più atteso dell’anno dai musicofili. Nella meravigliosa ambientazione della Sala dorata (ted. Goldener Saal) del Musikverein di Vienna, sulle note di «Sul bel Danubio blu» (ted. An der schöner blauen Donau) e sui passi di danza dei ballerini dell’Opera di Stato (ted. Wiener Staatsoper) ci accompagna ormai da decenni nel primo dell’anno.
Genesi di una tradizione
Il primo Concerto di Capodanno – anche se in realtà venne inizialmente presentato al pubblico con un concerto straordinario – risale alla sera del 31 Dicembre 1939 e si tenne sotto la direzione di Clemens Kauß, all’epoca già direttore della Filarmonica viennese. Questo festoso evento si colloca però in un momento assai drammatico della storia europea: l’anno precedente, il 13 Marzo 1938, la Germania del Führer proclamò l’annessione (ted. Anschluss) della Repubblica Austriaca al Reich tedesco.
Clemens Krauß ebbe l’invettiva di dedicare l’intero concerto alla figura di Johann Strauß figlio, perciò si trovò costretto a onorare anche il Winterhilfswerk nazista (it. benessere popolare nazionalsocialista); al di là delle motivazioni patriottiche, un evento nel nome di Strauß ebbe un’accoglienza entusiastica. L’anno successivo il concerto non si tenne sotto gli ordini del regime, ma riprese il suo svolgimento il 1° Gennaio 1941, sempre sotto la direzione di Krauß, e si terrà sempre nel giorno di Capodanno.
Il dopoguerra
Nel 1945 la direzione del concerto passò al musicista austriaco Joseph Krips che introdusse alcune innovazioni cui un più accentuato interesse nei confronti di Joseph e Johann Strauß padre. Di quest’ultimo inserì come bis la celeberrima «Radetzky-Marsch», ancora oggi eseguita alla conclusione del Neujahrskonzert. Krauß tornò sul podio della Filarmonica nel 1948 e vi rimase fino al 1954, anno della sua morte. Sostituire un direttore della sua grandezza non fu facile, ma la scelta ricadde infine su Willi Boskovsky, già primo violino dei Wiener Philharmoniker. Estroverso e dal carattere gioviale seppe instaurare un buon rapporto con l’orchestra e con il pubblico e incarnò l’anima del Concerto di Capodanno per ben venticinque anni, durante i quali Boskovsky (che spesso dirigeva con violino e archetto in mano, come da tradizione per i direttori della musica da ballo) arricchì il programma di sala inserendovi compositori non appartenenti a Casa Strauß.
Un evento di fama internazionale
Le riprese televisive austriache iniziarono nel 1959, segnando l’inizio della popolarità mondiale del Concerto di Capodanno di Vienna. A partire dagli anni Sessanta fecero il loro ingresso nel programma di sala alcuni compositori considerati rivali degli Strauß, protagonisti del concerto: Joseph Lanner, Carl Michael Ziehrer, Franz Schubert e Franz von Suppé. Sempre in questo periodo fece il suo debutto nella Goldner Saal l’ultimo membro della famiglia Strauß, Eduard, di cui venne proposto il galopp «Bahn Frei!».
Boskovsky diresse il suo ultimo Concerto di Capodanno nel 1979. Fu allora Lorin Maazel, violinista e direttore di fama internazionale, ad assumere da direttore della Filarmonica per l’occasione. Il 1° Gennaio 1980 fu una data significativa in quanto, per la prima volta, la bacchetta passò a un direttore non austriaco, ciononostante non ci fu alcun cambiamento sostanziale alla già consolidata tradizione ostentata da Boskovsky: con una scena dominata dagli Strauß venne lasciato spazio a qualche altro compositore anche straniero come i francesi Jacques Offenbach ed Hector Berlioz e il tedesco Otto Nicolai.
Da Maazel a Nelsons
A seguito della decisione di abbandonare la direzione del concerto da parte dello statunitense Lorin Maazel, a partire dal 1987, iniziò la tradizione, che perdura ancora oggi, dell’avvicendamento di un direttore di fama internazionale diverso ogni anno. Da allora si sono susseguiti direttori illustri e di ogni nazionalità: Carlos Kleiber, Zubin Mehta, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Seiji Ozawa, Nikolaus Harnoncourt, Herbert von Karajan e Daniel Barenboim. Pochi giorni fa il concerto si è tenuto sotto la direzione del lettone Andris Nelsons (al debutto al Neujahrskonzert) il quale ha stupito il pubblico esibendosi magistralmente come trombettista, quasi riprendendo la tradizione di Boskovsky violinista.
Ad oggi il Concerto di Capodanno della Filarmonica di Vienna è trasmesso in Mondovisione – e quindi introdotto dal «Te Deum» di Marc-Antoine Charpentier – in oltre novanta Paesi ed è seguito da ben quaranta milioni di telespettatori, congedati ogni anno dalle seguenti parole del direttore: «Die Wiener Philharmoniker und ich wünsche Ihnen Prosit Neujahr!» (it. I filarmonici viennesi e io auguriamo a voi un felice anno nuovo)