Il Colpo di Stato del 18 brumaio: la fine della Rivoluzione e l’inizio di Napoleone!

Dopo che Napoleone aiutò le intenzioni della sinistra rivoluzionaria ci furono numerosi cambiamenti. Vengono destituiti i giudici precedenti, rinnovati i ministeri, creati tribunali speciali ed i nuovi posti vengono assegnati ai vecchi giacobini.

I preti devono giurare fedeltà alla Repubblica e gli emigrati rientrati in patria con il Direttorio sono obbligati a rientrare all’estero. Molti nobili sfuggono all’esecuzione scappando dalla Francia. È di nuovo il Terrore ma stavolta è vigliacco.

Non si uccide in piazza a Parigi ma di nascosto a Grenelle. La ghigliottina viene sostituita dalla fucilazione. Il 3 aprile 1798 si decide di annullare la domenica come giorno festivo insieme alle feste religiose.

Vanno celebrati solo gli anniversari repubblicani:21 gennaio, 14 luglio e 10 agosto. Il partito rivoluzionario neo giacobino spera di riconquistare la maggioranza con le elezioni della primavera del 1798.

Quando arrivò il momento, i moderati si astennero in massa e numerose furono le illegalità commesse durante il voto. Trionfarono illegalmente numerosi esponenti della sinistra.

Quando i Consigli si misero a verificare ed indagare sulle elezioni, rivelarono numerose illegalità. L’11 maggio 1798 decisero di escludere 98 deputati e di ritornare alle elezioni.

I giacobini continuarono la loro propaganda nel Paese e sostituirono la guerra ai ricchi a quella ai corrotti nel loro programma. Il deficit viene presentato come risultato della corruzione.

Alle elezioni del 1799 raccolsero la maggioranza dei voti. I 300 nuovi eletti si insediarono il 20 maggio e furono tutti convalidati. Ad occupare un posto importante nel nuovo Direttorio fu Sieyes.

Il 16 giugno 1799, tuttavia, i Consigli si scagliarono contro il Direttorio. Ci si era accorti che l’elezione di un deputato (Treilhard) non era stata regolare. Il 18 maggio il deputato insieme a 2 colleghi si rassegnarono a dimettersi.

Bisognava sostituire i partenti e Sieyes scelse 3 nullità politiche che sperava di poter dominare. Intanto, il Direttorio continuò la sua campagna di propaganda e rivoluzione da esportare in Europa. Nonostante le numerose vittorie, il nemico principale non era stato ancora colpito. Esso era l’Inghilterra.

Napoleone compì un’ispezione delle sue coste per progettare un eventuale attacco. Tornò in Francia con un piano di spedizione per l’Egitto! L’occupazione del Mar Rosso e dell’istmo di Suez avrebbe tagliato le comunicazioni dirette tra India e Inghilterra.

La vallata del Nilo sarebbe stata un’ottima base di operazioni e l’Egitto una buona moneta di scambio nei negoziati. Furono queste le motivazioni di Napoleone anche se l’ambizione dell’espansione in oriente, come tutti i grandi condottieri fecero ,risultò una delle ragioni custodite del generale.

Il 19 maggio 1798, 300 navi con 16.000 marinai e 38.000 soldati lasciarono Tolone al comando dell’ammiraglio Brueys. Bonaparte portò con sè 32 generali e 200 collaboratori. Gli inglesi all’oscuro di tutto, stavano ancora attendendo un attacco francese sulle loro coste quando Malta fu conquistata.

In breve tempo i francesi sbarcarono in Egitto ed il 21 luglio arrivò ai piedi delle piramidi. Per durare queste vittorie, era necessario un governo con un tesoro ed una marina stabile. Mancavano tutte e 3 le cose!

Cominciò la controffensiva inglese ed il 1 agosto le truppe di Nelson sconfiggono quelle di Brueys che morì eroicamente sulla sua nave. Bonaparte rimase isolato dalla Francia: non arrivarono nè rinforzi nè risorse.

L’Inghilterra organizzò una forte coalizione con nazioni europee e formò un esercito di 350.000 uomini. Arrivarono pesanti sconfitte per la Francia. Se la Repubblica non ristabiliva in breve tempo l’ordine e la pace, rischiava di perdere tutte le vittorie della Rivoluzione e la restaurazione della monarchia.

L’unica soluzione era una prova di forza! Era necessario un Colpo di Stato. Sieyes cercò un generale in grado di aiutarlo nel suo obiettivo. Scelse il giovane Joubert ma fu ucciso durante una battaglia a Novi il 15 agosto 1799. 15 giorni dopo, Sieyes scelse un nuovo generale: Moreau.

Quando quest’ultimo seppe che Bonaparte fosse tornato dall’Egitto si tirò indietro e disse a Sieyes “Ecco l’uomo per voi, farà il vostro Colpo di Stato meglio di me”. Alla fine fu scelto Napoleone che per non allarmare i Consigli, arrivò a Parigi in incognita il 16 ottobre. Inizialmente nè Sieyes nè Bonaparte si decidevano a compiere il primo passo anche per l’antipatia che nutrivano nei loro confronti.

Tardarono l’organizzazione del Colpo di Stato e solo il 30 ottobre ebbe luogo il contatto definitivo grazie alla mediazione di Talleyrand. La strategia fu stabilita in quel giorno.

Si decise di tentare con l’intimidazione. Bonaparte doveva affrontare i Consigli e parlare di un pericolo per la patria e di un rischio per la sopravvivenza della Rivoluzione. Doveva convincerli a farsi affidare il potere.

Il 6 novembre, Sieyes e Bonaparte si rincontrarono dopo essersi assicurati le collaborazioni indispensabili ed i fondi necessari. Il programma prevedeva due giornate: nella prima Sieyes e Ducos avrebbero messo il governo nell’impossibilità di agire.

Nella seconda giornata, Bonaparte doveva costringere i Consigli ad accordargli pieni poteri. La prima parte si raggiunse con facilità: sabato 9 novembre alle 6 di mattina (18 brumaio), Il Consiglio degli Anziani viene convocato immediatamente a causa di un pericolo di un’imminente insurrezione.

Era tutta una falsa per convincere il Consiglio a non riunirsi in quella giornata, lasciando così un vuoto di potere. Alle 8 del mattino caddero nel tranello e decisero di non riunirsi.

Svuotati i Consigli era il momento del Direttorio, i suoi 5 membri erano: Barras, Moulin, Gohier, Sieyes e Ducos. I primi 3 erano ignoti del complotto ideato dagli ultimi due.

Bisognava avere la maggioranza per realizzare il progetto. Fu convinto Barras in cambio di una cospicua somma di denaro. I 3 deputati diedero le dimissioni: il potere esecutivo non esisteva più.

Il giorno dopo fu il turno di Napoleone: doveva convincere a farsi affidare il potere. Tuttavia, il corso era un grande generale non un buon oratore. Doveva far capire al Consiglio il pericolo delle insurrezioni per la Patria, la necessità di stabilità interna per evitare il ritorno al Terrore o l’invasione straniera.

In quei casi la Rivoluzione perdeva ogni sua vittoria. Bisognava esportarla! Napoleone, però, non riuscì a convincere il Consiglio degli Anziani e cerca di recarsi a quello dei Cinquecento. Viene accolto da pugni ed insulti e riescono a liberarlo Murat e Lefebvre, portandolo in salvo semisvenuto.

10 minuti dopo la situazione si rovesciò, Bonaparte riprese il controllo di sè. Tradito dai suoi nervi riesce a superare il suo smarrimento. Da una finestra lancia il grido” Alle armi!”. L’ordine viene ripetuto dai capi dei reparti ed i suoi uomini prendono posizione.

Mentre le sue armate si collocano fuori al palazzo del Consiglio, al suo interno il fratello Luciano cerca di calmare i deputati. Viene fischiato e sceglie di raggiungere suo fratello all’esterno.

Luciano Bonaparte con un’arringa riesce ad incitare in gran modo l’armata del fratello. Murat al comando delle truppe, si dirige verso il Palazzo. Il pubblico fugge ed i deputati scappano.

I soldati di Napoleone racimolarono un centinaio di deputati e li costrinsero a tornare nel Palazzo per affidare i poteri a Napoleone. Fu decisa la sostituzione del Direttorio con una Commissione di Tre Consoli: Ducos, Sieyes e Napoleone.

Era l’inizio dell’ascesa del generale figlio della Rivoluzione. Il colpo di stato del 18 brumaio 1799 segna la fine della Rivoluzione Francese e l’inizio dell’Età Napoleonica.

Gli ideologi del 1789 volevano rigenerare l’umanità ma avevano avuto la violenza, il Terrore e la guerra. Gli ideologi del 1799, stufi della Rivoluzione, affidarono il potere ad un unico ma grande generale.

La Rivoluzione era finita, ora bisognava esportarla!

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