Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre del 1855. Il padre, Ruggero, lo spedisce a Urbino, nel Collegio Raffaello a studiare. l’istituzione è guidata dai Padri Scolopi, i quali sono conosciuti per la propria erudizione e per essere latinisti eccellenti. Mentre l’autore continua i suoi studi in Collegio insieme ai fratelli, il 10 agosto 1867 riceve una notizia che lo sconvolge: il padre è stato fucilato mentre si trovava in calesse, tornando da Cesena. il colpevole non è stato mai trovato, ma i sospetti erano ricaduti su Pietro Cacciaguerra. L’anno successivo, muore di tifo la sorella Margherita, poi la madre e il fratello Luigi, morto di meningite. Giovanni Pascoli, per via di circostanze economiche, è costretto a raggiungere il fratello Giacomo e poi a trasferirsi nell’ambiente fiorentino. Gli esiti dovuti ad una borsa di studio indetto dalla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, aprono a Giovanni Pascoli una strada fatta di successo universitario. Nonostante ciò, però, le inquietudine dell’autore riguardo la politica non terminano. Il poeta si lega ai circoli socialisti. Egli diventa amico di Andrea Costa e partecipa ai circoli clandestini. Nel 1879 Giovanni Pascoli viene arrestato, accusato di attività sovversive, trascorrendo in carcere tre mesi al termine dei quali decide di dedicarsi alla poesia. Nel 1882 egli si laurea e acquisisce la nomina di insegnante di Lettere Latine e Greche. Nel 1884 l’autore viene trasferito nel liceo di Massa, riuscendo a portare le sorelle e a ricostruire il nucleo famigliare anche dopo il trasferimento a Livorno. Verso la fine del 1894 Ida si fidanza e dopo pochi mesi si sposa. Giovanni Pascoli vede questo atto come un affronto perchè così facendo ha spezzato l’integrità del “nido”. Nel 1891 viene stampato il primo libro dell’autore chiamato “Myricae”. Contemporaneamente, un suo poemetto latino “Veianius” consegue la vittoria nel concorso di poesia latina di Amsterdam. A partire dal 1895 fino al 1897 l’autore insegna la grammatica latina e greca all’università di Bologna e poi fino al 1903 è insegnante di letteratura latina a Messina e, infine, insegna a Pisa fino al 1905, dove poi ritorna a Bologna. Il luogo della sua ispirazione poetica è Castelvecchio. Da questa dimensione il poeta esce esclusivamente per le occasioni pubbliche. Noto è il discorso “La grande proletaria si è mossa”, grazie al quale si posiziona a favore dell’impresa coloniale a Libia. L’autore muore di cirrosi epatica nel 1912 a Bologna.