«Lasciatemi, non riesco a respirare», sono state le ultime parole di un uomo di Minneapolis, nello stato del Minnesota. George Floyd è stato ucciso da un poliziotto che lo aveva fermato per un sospetto. Qualcuno ha scritto per una banconota falsificata, altri per questioni di droga. In ogni caso non lo sapremo mai perché è morto.
L’immagine di un uomo di colore che implora un poliziotto di farlo respirare ha fatto il giro del mondo indignando i più. Il sindaco della città, Jacob Frey ha dichiarato: «Quello che ho visto è terribile. Quell’uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe equivalere a una sentenza di morte».
Avevamo tutti sperato che la pandemia avesse segnato una rottura, dando un’idea di ciò che non funzionava nel mondo pre virus, e che doveva cambiare. Dalla politica alla società sembra che tutto debba tornare a febbraio e che sia necessario ripartire da lì. Se così fosse, sarebbe una grave sconfitta, peggio di una possibile fumata nera su un vaccino.
La protezione internazionale dei Diritti Umani e le emergenze internazionali
È stata, più volte, richiamata la guerra durante questo periodo. Ebbene, andrebbe ricordato che, dopo la seconda guerra mondiale furono adottate una serie di convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani, convenzioni che hanno segnato un punto di svolta netto, cosa che invece non hanno fatto ad esempio le bombe atomiche. Tra i diritti sanciti da queste carte, vi sono una serie di norme che rappresentano il nucleo portante di tutta la protezione. Norme che mai vanno derogate perché ciò significherebbe mettere in pericolo l’intero impianto. Si tratta dei muri portanti di un edificio, quelli che se fossero abbattuti, indebolirebbero tutto l’immobile. Il diritto alla vita, il divieto di trattamenti o pene inumane e degradanti, il divieto di tortura sono tra questo gruppo di norme, definite dalla giurisprudenza jus cogens, diritto cogente.
Troppe volte negli ultimi anni, le situazioni di emergenza, di crisi hanno segnato un passo indietro circa la protezione di questi diritti. In Turchia dopo il tentato golpe, Erdoğan ha utilizzato la fase di emergenza per spazzare via alcuni nemici politici; una cosa diversa, ma comunque grave è successa nella Francia colpita dal terrorismo dove comunque una serie di diritti fondamentali sono stati derogati oltre i limiti, per sconfiggere il fondamentalismo. Una cosa analoga è successa in Italia che, secondo l’ex Ministro degli Interni, era invasa dai barconi contenenti pericolosi criminali.
Ecco, sono esempi di come tali deroghe illimitate in realtà non servono a risolvere i gravi problemi internazionali che ci ritroviamo ad affrontare, semmai li aggravano e ne causano altri.
La pagliuzza e la trave
Quello che è successo a Minneapolis, altro non è che il frutto di un sistema internazionale che fa del securitarismo una bandiera politica, vuota e al tempo stesso pericolosa. Se un uomo commette un reato, esso deve essere giudicato in base alla legge e, in ogni caso nessun uomo, anche se indossa una divisa può infliggere una pena, men che meno deciderne la morte senza che esso sia giudicato secondo le leggi, da organi terzi. Il problema è che oggi sempre più, questi temi fanno perdere voti oltre che share televisivo, per cui riteniamo giusto e normale che si impieghino risorse, ad esempio, per stanare i poveri runner durante la pandemia, o che ci siano degli assistenti civici che ci ricordino di essere persone con un minimo di senso civico, invece che chiedere che le forze dell’ordine, ai Governi che si concentrino sui mali veri del nostro tempo.
Sembrerebbe attuale il famoso monito presente nei Vangeli quando Gesù dice a un suo discepolo: «Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? »
Per cui, la vicenda del povero uomo che oggi non c’è più per un destino e un uomo palesemente crudele, deve farci riflettere su che tipo di fase 2 vogliamo per la nostra società. Io sceglierei una fase dove se sei nero o arabo e delinqui, tu venga giudicato da una corte imparziale, secondo le leggi senza mai dimenticare (anche nei delitti più crudeli) che siamo esseri umani.