L’emergenza Coronavirus continua ad avanzare progressivamente: il famigerato Covid-19 non conosce confine. Partito da Oriente, sta investendo l’Occidente mettendo a dura prova sia i diversi sistemi sanitari nazionali che quelli politici ed economici. Si fanno numerose similitudini alla guerra, ma esse tralasciano un particolare, a mio avviso importante: la guerra è una scelta degli Stati, il virus no.
Durante le azioni belliche gli obiettivi da colpire sono il frutto di una scelta strategica volta ad indebolire il nemico; il virus non ha strategie, è invisibile. Semmai la guerra che combattiamo è quella contro il tempo che ci offre la possibilità di preparare i nostri ospedali a curare il maggior numero di contagiati. Tempo che ci offre la possibilità di restare a casa, sospendere il naturale corso della vita nella speranza che il virus non venga a bussare alla nostra porta. Ecco il senso dei vari Decreti e Ordinanze adottare dalle istituzioni italiane. Se saranno corrette lo si valuterà con il tempo, ma ora come ora il ”whatever it takes” che fu pronunciato da Mario Draghi (ex Governatore della BCE) è necessario in tutti i campi del vivere sociale.
Conservatori alle prese l’emergenza Coronavirus
Il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha, in ritardo, cominciato ad adottare i primi provvedimenti per contrastare la diffusione del contagio, vietando i viaggi dai paesi europei dell’area Schengen (restano fuori dal divieto Gran Bretagna, Irlanda, Bulgaria, Croazia, Romania e Cipro). Agli americani in Europa sarà permesso ritornare negli States, ma dovranno osservare un periodo di quarantena. In un’audizione tenuta alla Camera, il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, Anthony Fauci, ha dichiarato che attualmente non è possibile effettuare il test su un buon numero di persone; si stima che attualmente su una popolazione di 330 milioni di abitanti siano stati eseguiti solo 11 mila test. Nel Regno Unito, alle prese con la prima crisi economica e sanitaria dopo la Brexit, il Primo Ministro Boris Jonson,che fa i conti anche con il contagio di alcuni ministri del suo Gabinetto, ma non si registrano misure stringenti.
Macron: “è la più grande emergenza sanitaria degli ultimi 100 anni”
In Francia, il Presidente Macron rivolgendosi alla Nazione, ha parlato della più grave emergenza sanitaria negli ultimi 100 anni. Il Presidente francese ha anche annunciato la chiusura delle scuole e delle Università in tutto il paese, dando tre ordini di priorità: il contrasto al virus, utilizzando tutti i mezzi necessari; le necessarie misure a tutela di imprese e lavoratori; la gestione europea della crisi economica. Non slittano, però, le elezioni municipali che si terranno domenica prossima.
E l’Unione Europea?
Immancabilmente, l’Unione Europea silente in questo ambito viene chiamata in causa, affinchè un virus che non conosce confini cominci ad essere affrontato con provvedimenti organici e di largo respiro. La Presidente della Commissione europea ha promesso, in un video in lingua italiana, che la Commissione adotterà tutti i provvedimenti necessari. Diverso il tono della Presidente dalla BCE che, in Conferenza Stampa ieri, ha annunciato un piano di acquisto dei titoli di stato di 20 miliardi in 8 mesi, senza il taglio dei tassi di interesse, auspicato dai mercati.
Insomma, questo virus può insegnarci che le frontiere sono delle costruzioni ideali potenzialmente dannose, perché i problemi del millennio hanno una scala globale che richiede soluzioni internazionali. Il contagio del Virus è la conseguenza degli intensi rapporti che gli Stati hanno tra loro, così come la crisi economica è la conseguenza dell’interrelazione tra i sistemi economici di tutto il mondo. In casi come questi il genere umano è colpito indifferentemente dalla nazionalità, dal genere, dal colore della pelle. Il virus non ti chiede se sei italiano o cinese, donna o uomo, etero o omosessuale, tutti sono potenzialmente contagiabili e proprio per questo urge superare la logica del confine per provare a strutturare un sistema mondiale che combatta la diffusione del virus per vincere insieme la guerra contro il tempo.