“Ed è subito sera” è una poesia composta da Salvatore Quasimodo. Originariamente, l’opera si componeva di 21 versi, che poi, come è possibile vedere, sono stati ridotti a 3 versi. I temi centrali sono la brevità dell’esistenza dell’individuo e la solitudine. La luce, in quest’opera, acquista una connotazione negativa poichè essa viene considerata come un raggio che trafigge e che attraversa con dolore l’essere umano. In effetti, la luce potrebbe alludere alla gioia, la quale, essendo fugace, diventa subito amarezza. La luce è solo un passaggio perchè poi diventa subito sera. Il testo si potrebbe dividere in tre momenti: il primo riguarda la solitudine dell’uomo e l’assenza di comunicazione di quest’ultimo; il secondo riguarda la vita dell’uomo caratterizzata dall’oscillazionte tra speranza e dolore; il terzo riguarda la morte, la quale è inesorabile. “Ed è subito sera” presenta un tono epigrammatico. Per quanto riguarda l’aspetto linguistico, esso è essenziale e scarno; invece, per quanto riguarda l’aspetto sintattico, esso è elementare. La lirica è composta da analogie, infatti, per esempio, la sera (v. 3) simboleggia la morte, il cuor della terra (v. 1), invece, simboleggia la vita, e il raggio di sole (v. 2) simboleggia il dolore dell’esistenza dell’uomo. Per quanto riguarda l’aspetto retorico, esso si compone dell’allitterazione in s e r e nel verso 1 la cesura, presente in seguito al termine solo, evidenzia la solitudine umana. La metrica si caratterizza per la presenza dell’assonanza individuabile nei versi 1 e 3 (terra, serra) e l’aspetto fonico è composto dalla paronomasia, volta ad unire sole e sera (vv. 2 e 3).