Dario Argento: la genialità di un regista anticonformista

A quanti di noi da bambini o da adolescenti, è capitato di restare impressionati a causa di un film?

Dario Argento
Dario Argento nel 2014.

Personalmente sono una grande appassionata di cinema e seguo con curiosità il cinema italiano e quello mondiale. Fin da piccola ho visto tantissimi film di fama, che mi hanno lasciato impressionata. Uno di questi è “Profondo Rosso” di Dario Argento che, all’epoca, mi rimase impresso a causa della colona sonora di Goblin e per le mani dell’assassino. Ricordo ancora oggi la sensazione di ansia provata durante tutto il film e il colpo di scena finale, che mi lasciò a dire poco perplessa. Sensazioni che ancora oggi che non riesco a decifrare…

Dario Argento: il re del brivido

Si possono dire tante parole su Dario Argento! Il mondo lo considera come “Il re del brivido” e in Italia lo chiamano ”Maestro”. Sono stati tanti gli artisti ispirati proprio da questo regista fuori dalle regole, che hanno poi creato opere di grande valore. Uno di loro è Luca Guadagnino, che proprio un anno fa, ha portato sul grande schermo del cinema il remake di ”Suspiria” confessando di essere da sempre affascinato dalla teoria delle tre madri.

Per capire al meglio la carriera e la genialità di Dario Argento, bisogna prima di tutto concentrarsi e conoscere le sue origini.

Le origini e i successi del regista

Dario Argento nasce a Roma il 7 settembre del 1940. Figlio di Salvatore Argento, un produttore cinematografico romano, e di Elda Luxardo: una fotografa di moda brasiliana. Da piccolo si tratteneva spesso presso lo studio della madre, rimanendo affascinato dalle figure femminili, dalla cura per il dettaglio e dall’illuminazione: tutte componenti che caratterizzeranno il suo cinema.

Nel 1957 dopo essere rientrato in Italia da una residenza a Parigi durata quasi un anno, inizia a collaborare con L’Araldo dello Spettacolo. Qui si occuperà di cinema, di teatro e musica. E’ proprio in questo periodo che maturano le sue passioni cinefile; in più riesce a farsi assumere a Paese Sera come critico cinematografico. Si avvia in questo modo la sua strada verso il successo.

Tra il 1966 e il 1969 collabora alla stesura di tanti film come “C’era una volta il West” di Sergio Leone e “Metti una sera a cena” di Alberto Sordi. 
Nel 1969 fa il suo esordio come regista con il film “L’uccello dalle piume di cristallo”, che si trasforma in un grande successo. Vista la conquista, Argento prosegue con “Il gatto a nove code” e “Quattro mosche di velluto grigio”. Questi, saranno tre film che verranno definiti come ”Trilogia degli animali”.

Si guadagna cosi il soprannome di Hitchcock italiano. Dario Argento diventa uno dei registi italiani più conosciuti al mondo grazie ai film come “Profondo Rosso”, ”Suspiria”, ”Inferno”, ”La sindrome di Stendhal” e tanti altri. Nel 2010 Argento si ritira dalle scene, anche se da tanto tempo si parla del ritorno del regista con un nuovo film. Notizia confermata all’inizio di questo anno.

Adesso non ci resta che aspettare il nuovo, e tanto atteso, ritorno di Dario Argento.

Alcune curiosità su Dario Argento

– È celiaco ed è stato vegetariano per molti anni (ha dichiarato di aver ricominciato a mangiare la carne dopo la caduta di alcuni denti).

– Ha rivelato di essere molto credente e di recarsi a messa ogni Domenica.

– Ha vissuto per diverso tempo ad Haiti (viaggiando anche a Martinica e Guadalupa) dove ha studiato le pratiche voodo e ha visto da vicino alcuni eventi molto particolari.

– Ha rivelato di essere stato in più di un caso vittima di stalking, e di essersi dovuto rivolgere alle forze dell’ordine.

– Vive a Roma, anche se nel corso degli anni ha viaggiato moltissimo, in particolare negli Stati Uniti per il suo lavoro; del suo patrimonio non si hanno informazioni.

– Nei suoi film, in alcuni casi, è solito prestare le proprie mani quando il personaggio del killer è in procinto di assassinare una sua vittima.

 

 

One thought on “Dario Argento: la genialità di un regista anticonformista

  1. Caspita! E’ bello risalire alle origini del suo cinema, e spiegano bene l’attenzione per la fotografia. Ho visto da poco “Profondo rosso” … che dire, davvero un maestro del brivido. Sono stata sulle spine ogni minuto, fino alla fine.

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