Chi salva una vita salva il mondo intero

“Chi salva una vita salva il mondo intero” bisognerebbe intenderla come se fosse un messaggio di speranza. La frase è tratta dal Talmud e ripresa nel film dalla regia di Steven Spielberg, “Schindler’s list”. Riconosce nell’uomo la capacità di opporsi al male e, attraverso l’azione individuale, compiere gesti di rilevanza che sono equiparabili alla salvezza del mondo: ovvero il gesto di salvare anche una sola vita dal genocidio o dall’Olocausto degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale.
Attraverso l’atto di responsabilità di coraggio personale e rischio della propria vita ci si può sottrarre a ideali che conducono all’odio, alle violenze e che possono portare a condurre dei crimini (il mondo intero è salvato dal gesto eroico di chi ha la capacità di contrapporsi all’odio).
Sono tantissime le storie di persone, sia uomini che donne, e di persone comuni che si sono distinti nel semplice gesto di nascondere per mesi o per tutta la durata della guerra, aiutare ebrei e perseguitati dal regime dell’epoca. Queste persone vengono ricordate con il termine di “Giusti” o “Giusti tra le Nazioni”; erano non ebrei che rischiarono la vita per salvare quelli di fede giudaica. Nel 1953, Il Parlamento Israeliano, costituisce il Memoriale dello Yad Vaschem nel Monte della Rimembranza a Gerusalemme. Uno dei compiti di questa commissione è quello di rendere omaggio e commemorare i “Giusti tra le Nazioni”: il titolo viene dato sulla base delle testimonianze dei sopravvissuti o sulla base di documenti attendibili.
Coloro che vengono riconosciuti come tali, sono invitati a Gerusalemme per una cerimonia e la consegna di un diploma e in seguito piantano un albero nel Viale dei Giusti nel Monte della Rimembranza.
Durante il regime dittatoriale di Adolf Hitler e nel corso della Seconda Guerra Mondiale, lo scenario dell’Olocausto ha costruito un muro divisorio, da una parte gli offuscati dall’altra coloro che vedono la realtà. Gli offuscati sono quelli che, seguendo la folle ideologia indotta dal regime nazista (come la creazione dello “Spazio Vitale”, la durata del Reich Millenario, la creazione della razza pura con la liberazione della Germania dagli “indesiderati”), hanno sacrificato milioni di innocenti. I secondi sono persone che hanno trovato e sentito dentro il desiderio di aiutare coloro i quali si trovarono dalla parte dei sommersi.
Essi sono persone semplici, come un commerciante di origini padovane, Giorgio Perlasca, che nel 1944 a Budapest riuscì a salvare migliaia di ebrei spacciandosi per console spagnolo. Gino Bartali, in sella alla sua bici affrontò centinaia di chilometri e posti di blocco nazi-fascisti allo scopo di trasportare documenti falsi per quelle che saranno le nuove identità delle persone per sottrarle a morte certa. Oppure tedeschi iscritti al partito nazista, come nel il caso di Oskar Schindler che, nel momento più tragico della storia, grazie alla sua lista (i nome dei salvati) riuscì a salvare circa 1200 persone, assumendoli come lavoratori necessari allo sforzo bellico del Reich.

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