Seppure l’utilizzo alimentare di spirulina sia molto antico (pare infatti risalga al tempo dei Romani che la destinavano all’alimentazione delle popolazioni africane ed era presente anche nella dieta delle civiltà precolombiane) si tratta di un alimento riscoperto solo in tempi recenti grazie alle sue proprietà organolettiche. Ricca di proteine, amminoacidi essenziali e grassi omega-6, quest’alga è stata definita “cibo dei cosmonauti” perché tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, sia la NASA sia la European Space Agency proposero la spirulina come uno degli alimenti primari da coltivare durante le missioni spaziali a lungo termine.
A differenza della spirulina, tornata alla ribalta solo negli ultimi anni dopo secoli di oblio, il cece è un legume che non è mai mancato nella cucina di tutto il mondo e in tutte le epoche. Le prime specie selvatiche di ceci si sono originate probabilmente in Turchia e le prime testimonianze riguardano l’Età del Bronzo e la zona dell’Iraq. Oggi viene coltivato soprattutto in Pakistan e in India mentre in Italia la produzione è scarsa.
Si tratta di un’ottima fonte di proteine vegetali, tanto da essere definito “la carne dei poveri”, ma è anche una fonte di sali minerali quali calcio, ferro, fosforo e potassio, contiene anche vitamina A e vitamine del gruppo B. Per quanto riguarda il ferro contenuto nei ceci, essendo ferro di origine vegetale, per favorirne l’assorbimento si dovrebbe accompagnare il consumo con alimenti ricchi di vitamina C; in questo caso un suggerimento semplice è quello di condire i ceci con del succo di limone fresco.
I ceci sono molto ricchi di fibre utili per regolarizzare l’intestino e, grazie al loro contenuto di acidi grassi omega 3, sono validi alleati del sistema cardiovascolare; contribuiscono, infatti, a controllare la pressione arteriosa e ad aumentare i valori del colesterolo HDL (quello cosiddetto buono) e ridurre i livelli di LDL (colesterolo cattivo).
Per integrare il consumo di ceci nella dieta, oltre a consumarli così come sono (in insalate, zuppe minestre, creme come ad esempio l’hummus) si può utilizzare anche la farina che si ottiene dai ceci secchi. Utilizzata per realizzare la famosa farinata ligure o le panelle siciliane, la farina di ceci è priva di glutine, quindi indicata anche per chi soffre di celiachia.
Per quanto riguarda le controindicazioni possiamo solo dire che a causa del contenuto di cellulosa i ceci possono dare qualche fastidio a chi soffre di colite. Per cercare di ovviare ad eventuali problemi digestivi, un accorgimento è quello di lessare i ceci con un pezzetto di alga kombu o con qualche foglia di alloro oppure condirli con origano o zenzero in polvere per evitare i gonfiori.
Nell’acquistare i ceci sempre meglio preferire quelli secchi (da lessare dopo averli fatti ammollare in acqua almeno 24 ore e con l’aggiunta di un pizzico di bicarbonato), in questo caso però occorre stare sempre attenti alla data di essiccazione: più i ceci sono vecchi più è difficile portarli alla cottura ideale. I ceci andrebbero quindi sempre consumati entro un anno dalla loro essiccazione…anche per non perderne le preziose proprietà.
Infine una curiosità: i ceci erano un alimento già diffuso nel mondo antico tra Greci, Romani ed Egizi e a quell’epoca a questo legume erano attribuite addirittura proprietà afrodisiache.
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