Breve storia del regno dei Longobardi

Guerrieri longobardi

Origini

Pressati dagli Avari, un popolo delle steppe dell’est, i Longobardi lasciarono l’attuale Ungheria e si recarono in Italia, oltrepassando le Alpi ed entrando nel Friuli, era il 568. Da allora l’Italia sarebbe stata frammentata fino al 1861. Poiché erano dilaniate dalla guerra ventennale tra gli Ostrogoti e i Bizantini, le popolazioni locali, tranne quelle di Pavia, non opposero resistenza all’invasione e il re Alboino riuscì a stabilirsi nel nord della penisola. Quando nel 572 anche Pavia cadde, essa divenne la capitale del regno, che si sarebbe espanso fino al sud dell’Italia. Il re era affiancato da capi minori, che governavano sui ducati, i quali divennero col tempo sempre più indipendenti; i principali ducati erano quelli di Trento, Tuscia, Spoleto e Benevento.

Rapporti con Costantinopoli

I principali avversari dei Longobardi erano i Bizantini, che conservavano l’esarcato di Ravenna, l’Istria, il Ducato di Roma, il Ducato di Napoli, la Calabria e la Sicilia. Nel 572 Alboino fu assassinato in una congiura organizzata da sua moglie Rosmunda e gli succede nel 573 Clefi, duca di Bergamo. Quando egli muore nel 575 i duchi, per non perdere il proprio potere non eleggono un nuovo re, ma nel 584, temendo che i Bizantini riuscissero a riconquistare l’Italia, sono costretti ad eleggere Autari, sposo di Teodolinda, re dei Longobardi.

Editto di Rotari

Teodolinda era la figlia del duca di Baviera, che era in buoni rapporti con i Longobardi. Autari istituisce il “demanio”, l’insieme dei territori posseduti del re, che è costituito dalla metà di ciascun ducati, per consolidare il proprio potere. Quando nel 590 Autari muore, gli succede Agilulfo, che diviene il secondo marito di Teodolinda, la quale riesce a convertire la corte al cattolicesimo. Agilulfo stringe una tregua con i Franchi e con i Bizantini. Muore nel 615 e prendono il suo posto alcuni sovrani poco famosi, fino al 636 quando salì al trono Rotari. Rotari fu l’autore dell’Editto di Rotari (643) un insieme di leggi che sintetizzavano le antiche consuetudini germaniche e il diritto romano. Sotto il suo regno i duchi governano quasi autonomamente.

Liutprando

Nel 712 gli succede probabilmente il più grande dei sovrani longobardi Liutprando. Egli approfittò di alcune discordie che vennero a crearsi tra Bisanzio e l’Italia, dovute a motivi religiosi, per conquistare l’Esarcato e la Pentapoli (Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona) e arrivò con le sue truppe fino al Ducato Romano. Il suo dominio divenne pericoloso per il papa e per la Chiesa. Essendo un cattolico, Liutprando decise di accontentare il papa donando alla Santa Sede la città di Sutri e in seguito anche i territori che aveva sottratto precedentemente all’Impero Romano d’Oriente.

La caduta

Uno dei suoi successori, Astolfo, rientra in contrasto con la Chiesa, che chiama in suo soccorso Pipino re dei Franchi nel 754. Pipino sconfigge Astolfo ben due volte e riconsegna al papa i territori che i Longobardi gli avevano strappato. Nel 756 salì al trono Desiderio, che volendo allearsi con i Franchi dà in spose le sue due figlie Gerberga e Desiderata a Calromanno e Carlo, figli di Pipino. Alla morte di Carlomanno, Carlo diventa re dei Franchi e ripudia sua moglie Desiderata; richiamato in Italia da papa Adriano I, pone d’assedio Pavia nel 774 e mette fine alla dominazione longobarda in Italia, sconfiggendo Desiderio e suo figlio Adelchi

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