Nel 1648 Papa Innocenzo X decide di risistemare piazza Navona.
Affida la ricostruzione della chiesa di Sant’Agnese a Borromini e la costruzione di tre fontane all’interno della piazza a Bernini.
In realtà, l’idea della fontana centrale e di portare l’acqua da Trevi è di Borromini, ma il progetto viene affidato a Bernini che realizza la fontana dei Quattro Fiumi.
Quest’ultima rappresenta i quattro continenti allora conosciuti, raffigurati come allegoria dei fiumi. Essi sono sostenuti da una roccia scavata al centro sulla quale è posto un obelisco romano su cui poggia una colomba in bronzo dorato con un ramoscello d’ulivo in bocca.
Il Nilo con un leone ed una palma a simboleggiare l’Africa e con gli occhi bendati ad indicare che non si conoscevano ancora le sue sorgenti.
Il Danubio con un cavallo ed i fiori che richiamano le fertili pianure europee.
Il Gange con un lungo remo ad indicare la navigabilità del fiume.
Il Rio della Plata, con le monete d’argento che simboleggiano il colore argentino delle acque (dallo spagnolo “plata”=argento).
Le rivalità che c’erano tra Bernini e Borromini nascono già nel 1624, quando papa Urbano VIII affida la costruzione del “Baldacchino di San Pietro” a Bernini. Quest’ultimo si serve dell’aiuto di vari artisti tra cui Borromini. Quando l’opera sarà finita Borromini profondamente deluso scriverà :<<Non mi dispiace che (Bernini) abbia avuto li denarii, mi dispiace che goda l’onor delle mie fatiche>>.
La statua, posta difronte la Chiesa di S. Agnese, tende le mani all’altezza del volto quasi a volersi proteggere. Falso è l’aneddoto che con questo particolare lo scultore volesse indicare la sua avversione contro Borromini, alludendo ad una supposta instabilità della Chiesa di S. Agnese. Borromini vi lavorerà dal 1653 al 1657, quando la Fontana dei Quattro Fiumi sarà già ultimata.
Un’altro particolare che apparentemente risulta “strano” è il coccodrillo, Bernini non ne aveva mai visto uno e allora decise di rappresentarlo come una grossa lucertola con “l’armatura”.
L’affabile scultore, al termine della sua opera, durante la presentazione al papa, finse di aver compiuto un errore tecnico che non permetteva l’arrivo dell’acqua. Al papa non interessó perché solo di per se la scultura era meravigliosa e quando si voltó per andarsene Bernini fece arrivare l’acqua che rese stralunati i volti dei presenti.
Bernini nel corso della sua vita realizzò molte fontane perchè riteneva che l’acqua fosse stupefacente come la pietra.