E’ una vera e propria favola senza tempo, capace di emozionare e di suggestionare chiunque la ascolti. In più, è considerata come una metafora della classica lotta razionale tra l’istinto, la testa e il cuore.
Tantissime sono le interpretazioni letterarie, musicali e artistiche di questo mito. Si pensi alla scultura ‘’Amore e Psiche’’ dell’artista italiano Antonio Canova. O al dipinto di Jacques-Louis David ‘’Amore e Psiche’’.
Andiamo a scoprire le origini e la leggenda di questa magnifica storia.
Amore e Psiche: le origini del mito.
La leggenda di Amore e Psiche ha origini molto antiche. La sua fama, ciononostante, ha avuto una durata molto forte nel tempo ed ha attraversato secoli interi.
Questa storia d’amore ha avuto la sua massima diffusione nell’epoca greco-romana, e in particolare nell’età ellenistica.
Comunque, le prime testimonianze scritte di questa leggenda sono apparse nelle ‘’Metamorfosi’’ di Apuleio. Quest’ultimo personaggio è stato uno scrittore, un filosofo e un retore romano dalle origini nordafricane. E’ stato un autore poliedrico, che ha dato vita a numerose opere di vario genere.
La vicenda di Amore e Psiche narra di una forte storia d’amore tra un dio (Amore) e una comune mortale (Psiche).
La loro relazione nasce inizialmente da un desiderio di vendetta e di gelosia. In seguito, verranno a galla anche sentimenti di puro amore, di forza e di sacrificio di fronte alle difficoltà.
La leggenda di Amore e Psiche.
Il mito di Amore e Psiche, inizia così:
“Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente”.
Psiche è l’ultima figlia del re e della regina. Nonostante la sua immensa bellezza, la fanciulla non riesce ad innamorarsi e a trovare un marito degno. Il suo grande fascino attrae le lodi di tutti i popoli vicini al regno, che le offrono diversi sacrifici e doni. Iniziarono, in più, a paragonare la sua bellezza a quella della dea Venere (o Afrodite).
La divinità in questione, infastidita e in preda alla gelosia a causa del comportamento dei comuni mortali, decide di vendicarsi con la ragazza.
Venere si rivolge e chiede aiuto a suo figlio: Amore ( o Cupido). Gli chiede di scoccare una delle sue infallibili frecce alla bellissima fanciulla, con l’obiettivo di farla innamorare dell’uomo più brutto e avaro della Terra.
Amore inizialmente accetta la proposta, e si reca sulla Terra per completare l’incarico.
Una volta di fronte a Psiche, però, il Dio rimane incantato dalla sua immensa bellezza. A causa di questa distrazione, sbaglia la mira nel momento cruciale e si colpisce il piede. Così facendo non riesce ad evitare di innamorarsi perdutamente di lei.
Gli incontri nascosti tra Amore e Psiche.
Nel frattempo, i genitori di Psiche scelgono di consultare un oracolo per capire cosa fare con la figlia minore, in quanto non riusciva a trovare marito. Ricevono, successivamente, questa risposta.
‘’Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un’alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l’aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d’Averno e i regni bui. ‘’
Di conseguenza, il re e la regina diedero ascolto all’oracolo e portarono a malincuore la fanciulla sulla cima di una rupe, lasciandola sola.
Una volta lì, Amore si fa aiutare da Zefiro (il Dio del vento) e la trasporta al suo palazzo. Impone alla fanciulla di incontrarsi esclusivamente al buio e di notte, per evitare di incontrare sua madre Venere.
Le notti passate insieme sono state molte e colme di passione tra i due giovani. Psiche, travolta completamente dalle sue emozioni, inizia ad innamorarsi dell’uomo sconosciuto.
Psiche scopre il volto di Amore.
Una notte, spinta dalla curiosità di conoscere il volto del suo amato, Psiche sceglie di rischiare. Mentre Amore dormiva profondamente, Psiche prende una lampada ad olio ed un pugnale. L’arma serviva semplicemente a proteggerla nel caso di un’aggressione, in quanto temeva che la luce potesse innescare la natura malvagia e bestiale dell’uomo. Una volta accesa la lampada, Psiche vede i tratti e il volto dell’amante. Restò folgorata di fronte alla bellezza del Dio, e se ne innamorò completamente. Mentre ammirava il suo profilo, una goccia d’olio bollente cadde accidentalmente dalla lampada. Ovviamente la goccia finisce sul corpo del Dio che si sveglia di colpo. Deluso dalla troppa curiosità della fanciulla, scappa e la lascia da sola.
Psiche viene messa alla prova.
Dopo questo evento, Psiche viene colpita da un forte dolore a causa della perdita del suo amato. Tenta varie volte il suicidio, ma le viene impedito da parte degli Dei.
Decide così di farsi forza e di mettersi in viaggio per le varie città, alla ricerca del suo amato perduto. Nel viaggio si dedica anche ai vari tempi divini incontrati, fino ad arrivare a quello di Venere.
Spinta dal coraggio, Psiche sceglie di entrare anche in quest’ultimo e di consegnarsi alla Dea, nella speranza di placare la sua ira.
Le varie sfide imposte da Venere.
La Dea in risposta, sottopone Psiche a diverse prove.
Nella prima, la Dea le impone di suddividere un mucchio di granaglie dalle diverse dimensioni, in tanti mucchietti uguali. La fanciulla, disperata e umiliata, non riesce a svolgere la prova. Viene però aiutata da un gruppo di formiche, probabilmente mandate dagli dei in suo soccorso. Riesce così a completare la prima sfida.
La seconda prova consisteva nel raccogliere il vello d’oro da un gruppo di pecore. Ingenuamente, Psiche si avvicina agli animali durante il giorno, ma viene fermata immediatamente da una cane che la mette in guardia. Infatti, gli ovini in questione sono particolarmente aggressivi e pericolosi durante il giorno, e le consiglia di aspettare sera. Psiche aspetta nascosta tra i cespugli, e riesce a completare così anche la seconda sfida.
La terza e penultima prova, è quella più pericolosa. Psiche doveva raccogliere l’acqua da una sorgente pura, che si trovava nel mezzo di una cima liscia e a strapiombo.
Anche qui gli Dei arrivano in suo soccorso: in particolare viene aiutata dall’aquila di Giove a completare l’incarico.
La quarta ed ultima prova consiste nel discendere negli Inferi, e chiedere alla Dea Persefone un po’ della sua bellezza. Nonostante Psiche fosse riuscita nel complicato incarico, viene mossa dalla curiosità e apre il contenitore ricevuto. Quest’ultimo, in realtà, conteneva un sonno profondo.
Amore ritorna da Psiche
Nel frattempo, il Dio Amore prova una forte malinconia nei confronti di Psiche, e andò a cercarla. Una volta trovata la fanciulla, Amore la risveglia mettendo a posto la nuvola suporifera uscita dall’ampolla, e chiede aiuto a suo padre. Zeus, il padre degli dei, mosso dalla compassione sceglie di aiutarli e li unisce in matrimonio.
Psiche diventa una vera e propria Dea, protettrice delle fanciulle e dell’anima. Al grande evento partecipano tutti gli dei, felici del lieto fine e dell’amore dei due innamorati.
Più tardi, nascerà anche una figlia concepita dalla coppia prima della fuga del castello. Questa prenderà il nome di Voluttà, ovvero Piacere.
Una storia d’amore coinvolgente e fantastica, fortunatamente si conclude anche nel miglior modo.