In realtà il contrario dell’odio non è l’amore, il contrario dell’amore non è l’odio; è così chiaro, chi potrebbe sbagliarsi? In realtà l’opposto dell’amore è il falso-amore: un amore che finge di essere tale, e non lo è.
OSHO
Ci chiediamo spesso dove sia la verità.
C’è chi dice che sia l’opposto di quello che si pensa oppure che sia nel “mezzo”, ma una cosa è certa: se ogni volta continuiamo a fare la stessa cosa, avremo davanti lo stesso scenario.
Dopo una relazione – sentimentale o di amicizia – andata come non ci aspettavamo, è comune mettere in dubbio il significato di amore.
Delusi dalle aspettative, ci chiediamo come sia possibile che il giorno prima eravamo accanto alla persona che “amavamo”, mentre il giorno dopo rimaniamo nella solitudine e ci sentiamo come quando strappano un giocattolo dalle mani di un bambino.
Se l’amore non fosse il classico fidanzamento stereotipato dei film, cos’è allora l’amore? Come mai la gente mette sempre in dubbio la natura dell’amore? Perché parlare di finto amore o sentimento di possessività?
Una risposta oggettiva a queste domande non esiste, però ci sono interpretazioni che ci portano a riflettere su quella che è la strada che ognuno di noi percorre in compagnia di chi ci circonda.
L’amore tradizionalista
Da anni l’ambiente famigliare e quello sociale ci plasmano sin dalla nascita.
La mente di un bambino è spesso invaghita di concetti carichi di aspettative – “incontrerai la ragazza della tua vita e la sposerai quando sarai grande”, “hai trovato la fidanzatina?”, “Se ami davvero una persona non la fai scappare” – che in termini emotivi appesantiscono la vita di un bambino, che diventerà relativamente presto un adulto..
Ciò può trascinare qualsiasi bambino a caricarsi di responsabilità/preoccupazioni future e può mettere ansia e insoddisfazione personale da quel momento fino agli anni a seguire.
Infatti, si evidenzia oggi la semi-incapacità che hanno tanti giovani nel comunicare con il sesso opposto. C’è quasi timore di parlare e molto spesso si segue lo stereotipo del “fare il prezioso”.
Detto ciò, nel cammino dell’adolescenza, l’amore che ci “insegnano” è come una scaletta step-by-step:
inizia nel momento in cui c’è una “cotta/colpo di fulmine”, prosegue con l’innamoramento, continua con il fidanzamento e dopo che si è arrivati a questo punto si può dichiarare al proprio partner l’amore che si prova nel momento “giusto”.
Questa scaletta non è altro che un modo di agire preconfezionato che negli anni non ha perso la sua ragione di esistenza.
Ciò viene portato avanti da generazioni solo perché il fine di esso è accrescere il proprio ego.
Ma il punto è che agendo così, ci sentiremo importanti poiché “diventiamo” la felicità di una persona e il nostro ego avrà il bisogno di vantarsi (non sempre) di ciò con il resto delle persone e/o amici.
La scaletta che abbiamo nominato prima è parte integrante di molti matrimoni attuali, che vengono tristemente ricordati per l’infrangibile legame dato dalle promesse non mantenute fatte all’interno della coppia.
Il punto su cui converge l’amore tradizionalista è dato da un falso amore o sentimento di possessività.
Esso lega le due persone e non lascia spazio ad altre persone. Se una terza persona si “intromette” tra uno dei due elementi della coppia in questione, molto spesso non viene ben visto data la gelosia.
Il sentimento di gelosia e l’attaccamento sono i punti chiave per capire se ci si trova all’interno di una relazione basata sulla possessività (o finto amore).
Il capitalismo amoroso
Nel falso amore è ingannevole l’aspetto fisico di una persona. Esso risalta all’occhio per primo e ci dà la risposta alla domanda “che tipo di ragazza/o mi piace?”.
La mente inizia già a farsi aspettative su un ipotetico futuro al fianco di quella persona e quindi trova facilmente la risposta alla domanda che ci siamo posti precedentemente.
Passato un certo periodo di tempo al fianco di quella persona, ci accade che iniziamo a vedere altre persone oltre quella con cui stiamo insieme.
Ciò ci accade poiché il sentimento alla base non è amore.
Esempio: Supponiamo che una persona random abbia voglia di comprare l’ultimo modello di iPhone.
Essa lo comprerà, ma dopo un certo periodo di tempo non avrà più gli stessi occhi e le stesse emozioni guardando quel telefono, che tempo prima era nuovo, brillante, veloce, ecc…
Ora è passato in secondo piano poiché i modelli nuovi hanno sostituito quello vecchio perciò vorrà il modello nuovo… e così all’infinito.
Se alla base non c’è amore, allora è ovvio che si cerchi altro dopo un po’, perché ci si stufa, ergo la mente e il corpo hanno bisogno di nuovi stimoli.
L’amore non imprigiona, libera!
L’amore non possiede, né può essere posseduto. Perchè l’amore basta all’amore
Kahil Gibran
Questa citazione ci può far intuire che un cuore può fare due cose: amare incondizionatamente o non amare.
Da generazioni la relazione chiusa viene vista come una relazione autentica e vera, che però inconsapevolmente ti lega ad una persona.
Ciò è limitante perché questo legame non sempre è sano.
E’ sano quando è autentico – basato sull’amore incondizionato – mentre non è sano quando esso è basato sull’attaccamento che si ha con l’altra persona.
Un altro segnale di attaccamento è dato dalla convinzione che la persona con cui si sta insieme ci “appartenga”, ergo sia di nostra proprietà (nella nostra mente).
Ecco perché emerge la gelosia – nel momento in cui sentiamo che qualcuno volesse ciò che è già di nostro possesso.
Ma non è così… non è un amore sano, e le conseguenze comprendono: bugie, frasi costruite, tradimento, ecc…
Bisogna accettare che la persona con cui stavamo insieme prenda una strada diversa e si distacchi dal legame non genuino dato dalla relazione se non si sente più libera.
Se non si accetta questa condizione, ci sarà resistenza nella nostra mente e sarà difficile che essa non generi sofferenza interna.
L’amore che rende liberi, è un amore indipendente, basato sulla condivisione della propria felicità personale.
Esempio: Si è felici se anche il partner lo è.
La felicità non la prendiamo più dal partner, ma la generiamo noi. Così da avere una condivisione reciproca tendente all’infinito.
Amare è complesso ma…
“Oggi si ama troppo poco e troppo tardi” – è così che Roberto Benigni esordisce quando parlava dell’amore.
Ci vuole coraggio ad amare perché l’amore, quando è autentico, viene condiviso senza volere nulla in cambio, ergo senza un fine egoistico.
Oggi è difficile che la gente ami incondizionatamente. Basta pensare a quante discussioni e polveroni vengono sollevati con polemiche, giudizi e odio nella società.
L’odio è all’ordine del tempo poiché c’è una diretta reciprocità molto spesso con chi dichiariamo “guerra”.
Se non impariamo ad accettarci per come siamo, difficilmente ameremo noi stessi e chi ci circonda.
Una volta che sapremo come amarci, avremo gli strumenti per capire come amare chi ci sta intorno (e chi non).