L’ascesa di Adolf Hitler e la sua nomina a Fürher

Premessa

Questo articolo non vuole essere trattato come una biografia esaustiva del dittatore tedesco, ma come un’infarinatura generale riguardante la vita di Hitler e la Germania del suo tempo prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Questo scritto, inoltre, non deve essere interpretato come un vano ed iniquo tentativo di cambiare la visione attuale del Fürher stesso, con annesse recrudescenze nazionalsocialiste e razziste: la storia è immutabile, ma l’interpretazione della stessa varia nel corso del tempo e alcune teorie, alcuni pensieri e molti fatti rimangono, nel bene e nel male, impressi nel pensiero collettivo a prescindere dalla loro caratura morale ed etica.

La Germania prima dell’avvento di Hitler: la Repubblica di Weimar

Non starò qui a dire come e perchè la Germania perse la Prima Guerra Mondiale: ma teniamo a mente che il Trattato di Versailles del 1919 fu un vero spartiacque per l’Europa, uscita martoriata dalla più sanguinosa guerra che l’abbia mai investita e ora intrisa di quegli ideali liberali portati dagli Stati Uniti in alternativa al comunismo sovietico.

Il Trattato di Versailles venne definito “un armistizio per vent’anni” dal comandante francese Ferdinand Foch e suona veramente strano che questa persona disse una frase tanto “profetica” quanto vera: da lì a vent’anni in avanti, infatti, il Vecchio continente sarebbe ripiombato nel teatro della guerra, non più di posizione come la Prima, ma una guerra totale, su più fronti, senza onore e senza badare a spese, ad inganni, a strategie più o meno malfamate e a metodi brutali pur di portarla avanti.

La Germania venne ridefinita: il grande Secondo Reich venne riorganizzato in una Repubblica di tipo parlamentare per volere degli Alleati vincitori della Grande Guerra (Italia, Francia, Regno Unito e, in minor misura, Stati Uniti). Tutti sapevano che il maggior sforzo per vincere la guerra fu dell’Impero tedesco, aiutato dall’Impero austriaco e dell’Impero ottomano e alcune Repubbliche minori: proprio per questo, nel Trattato, ci furono tantissime clausole volte a disfare la Potenza tedesca (come anche gli altri imperi) e a ridurla ad una “mera” Repubblica disarmata.

Gli Alleati non volevano cancellarla dalle mappe ovviamente, ma la Francia fu propugnatrice di una politica volta a distruggere completamente il vicino confinante, autrice e causa di innumerevoli guerre contro di lei: al contrario il Regno d’Italia, il Regno Unito e gli Stati Uniti preferirono trasformarla in una Repubblica “cuscinetto” contro l’incombente minaccia del comunismo sovietico, vero nemico dello stato liberale appena nato in Europa.

Hitler, proprio nel 1919, si unisce ad un piccolo partito politico di importanza regionale, ovvero il Partito Tedesco dei Lavoratori e inizia subito ad ideare una sua personale politica per rendere di nuovo grande la Germania. Prima di andare a vedere come e perchè Hitler prese il potere nella Repubblica di Weimar, serve prima descrivere questo Stato nato dalle ceneri del Secondo Reich.

La Repubblica di Weimar: la nascita…

La Grande Guerra era persa e l’imperatore (Kaiser, in tedesco) Guglielmo II di Hohenzollern fuggì, nel 1918, in Olanda. La repubblica venne dichiarata l’anno seguente, ma non prima di aver trascorso diverso tempo immersa in un “limbo”: doveva essere una Repubblica parlamentare o una Repubblica socialista di stampo sovietico? In quegli anni i comunisti stavano compiendo la Rivoluzione di Ottobre e gli ideali comunisti stavano letteralmente “invadendo” l’Europa del tempo. Dopo accesi dibattiti e dopo essere stato “spronato” dagli Alleati Friedrich Ebert, capo del Partito Socialdemocratico tedesco, firmò la nuova Costituzione repubblicana l’11 Agosto del 1919.

Innumerevoli screzi e problemi affliggevano la neonata Repubblica: il sistema economico era al collasso, l’esercito era stato completamente disarmato, lo Stato era in pesante debito e avrebbe dovuto pagare ogni spesa di guerra spesa per il conflitto agli Alleati come risarcimento. Questi problemi uniti alle pretese francesi, al nascente “pericolo” sovietico e ad altre diatribe, interne ed esterne, minarono fin da subito Weimar. Le riparazioni di guerra, inoltre, coprivano totalmente l’intero PIL tedesco del tempo e la Francia pretendeva essere pagata subito per le perdite subite ma, grazie alla mediazione degli altri Alleati, il risarcimento venne reso rateale con la condizione, dettata dai francesi, che se i tedeschi non avessero pagato per tempo, la Francia si sarebbe presa la “libertà” di occupare militarmente la Ruhr, regione fortemente industrializzata vicina ai territori francesi. Come si può ben capire, quindi, la Francia intendeva annientare completamente la Germania ma col tempo, convinta dagli Alleati, le sue pretese vennero meno e questa condizione di “autonomia”, assieme ad aiuti economici alleati, permisero alla Repubblica di riaffermarsi sullo scenario europeo.

… e il crollo

Nonostante questa situazione apparentemente favorevole e la crescita degli anni Venti la Repubblica nacque sotto “una cattiva stella”: i tedeschi si sentirono completamente offesi dalle clausole tedesche, i militari furono costretti a smettere di combattere e le colonie tedesche in giro per il mondo si videro invase dalle Potenze vincitrici. Si può capire, quindi, come Weimar fosse un “gigante dai piedi di terracotta” tanto quanto lo fu l’Impero russo ad inizio ‘900. La sua unica fortuna fu quella di essere localizzata all’interno del continente europeo, a metà tra l’incombenza sovietica e gli Stati liberali dell’Occidente: si sentiva, però, molto “schiacciata” da questi due “mondi” opposti e questa fu una delle motivazioni che Hitler usò per ridefinire il ruolo tedesco nello scenario mondiale.

Il colpo di grazia alla Repubblica fu la Crisi del ’29, ovvero la Crisi di Wall Street, che portò l’economia mondiale nella Grande Depressione: questa crisi economica e finanziaria minò ulteriormente le riparazioni di guerra imposte ai tedeschi e trascinò nel baratro anche Francia ed Italia, le uniche due Grandi Potenze continentali europee, con il Regno Unito confinato nel suo illusorio autoisolazionismo.

Nel mentre che il mondo sprofondava nuovamente nel caos Hitler vedeva accrescersi il suo consenso politico e da lì a poco sarebbe diventato Cancelliere del Reich della neonata Germania nazista.

Weimar attraversò molti momenti bui nella sua breve vita: la cocente sconfitta della Prima Guerra Mondiale, il Trattato di Versailles, la spirale inflazionistica del 1922-1923 (anni nei quali il Marco, la valuta tedesca, venne svalutata a tal punto che esistevano tagli di banconote equivalenti a 100.000.000.000.000.000 di marchi e il Marco del 1923 valeva circa 1/1 000 000 000 000 di quanto valeva nel 1914), la Grande Crisi del ’29 e la pur sempre presenza di “scontenti” del Trattato furono alcune delle principali motivazioni del suo crollo e nella sua dissoluzione nel 1934 ad opera di Hitler che si autonominò Fürher e che riunì i poteri di Presidente del Reich e di Cancelliere (essendo ancora il Reichstag l’organo preposto alla direzione del Paese).

L’ascesa di Hitler: prima del cancellierato

young hitler

(Il giovane Adolf può essere visto al centro nella prima fila in alto, 1899)

Adolf Hitler nacque a Braunau nel 1889, un piccolo paesino nel Nord dell’Austria: i suoi genitori furono Alois (figlio illegittimo di una donna e di padre ignoto), nato Aloys Schicklgruber e Klara Pölzl, domestica di quest’ultimo prima e moglie poi. Le vere origini della famiglia di Hitler sono tutt’ora non chiare: il cognome Hitler risulta essere un adattamento di Hiedler e di Hüttler, il primo per parte di padre e il secondo per parte di madre.

Proprio per questi “dubbi” si provò a dimostrare, quasi per ironia, che Adolf fosse per una parte ebreo essendo il cognome Schicklgruber abbastanza comune tra gli ebrei dell’Austria di Maria Teresa d’Austria (che concesse la cittadinanza austriaca agli ebrei solo dopo la loro conversione al cattolicesimo).

Odiò profondamente il padre, che considerava rozzo, non capace di amare e ubriacone: la madre, proprio a causa della personalità di Alois, fu sempre troppo presente nella vita del futuro dittatore e riversava sui figli l’amore che non poteva dare al marito (Alois, che era un ufficiale di dogana austriaco, era oltremodo dispotico con lei, aveva molte relazioni extra-coniugali ed era tremendamente severo con i figli). A causa del lavoro paterno, inoltre, il piccolo Adolf fu costretto a trasferirsi molteplici volte per tutta l’Austria.

Hitler ebbe un’adolescenza molto travagliata: non ottenne la licenza di scuola media e la lasciò prematuramente, non cercò lavoro e volle diventare un’artista: il destino, però, gli era sempre contro e venne rifiutato per due volte consecutive all’Accademia d’arte (nel mentre si trasferì a Vienna, a 18 anni, subito dopo la morte della madre). Si appassionò, quasi in modo ossessivo, alle cose militari, ignorando la cultura, le amicizie e tutte le cose tipiche di un ragazzo della sua età. Non fu mai un grande estimatore del suo Paese natio e guardò alla Germania, soprattutto quella imperiale, come ad un esempio di virtù, forza, giovinezza e potere.

La Prima Guerra Mondiale e Weimar viste da Hitler

Il primo grande spartiacque della vita hitleriana fu la Grande Guerra, nel quale il giovane Adolf combattè nel ruolo di soldato semplice per l’Impero tedesco contro la Francia: i suoi superiori lo definirono “troppo individualista, non adatto a comandare, intriso di ideali radicali xenofobi”. Secondo alcuni storici posteri alla sua morte qui, nello scenario franco-tedesco, Hitler ebbe un assaggio del conflitto ed è qui che le caratteristiche più stereotipate del dittatore vengono a galla: le sue psicosi, la sua fantomatica “pazzia”, i suoi ideali razzisti e xenofobi e altre peculiarità quasi esclusivamente negative vennero forgiate nei campi di battaglia, , tanto quanto la sua estrema passione per le questioni militari e la sua vigliaccheria (per lunghi mesi scomparve dalla prima linea e si innamorò di una contadina francese quando era in atto una sanguinosa guerra nelle Fiandre).

Grazie a questa “esperienza” nacque in Hitler un forte senso di patriottismo, non verso l’Austria, ma verso la Germania: ma le successive sconfitte dell’Austria a Vittorio Veneto e la capitolazione dell’Impero tedesco delusero fortemente il futuro Fürher che si rifugiò nella politica: non più un ruolo sul campo, ma un ruolo più “ideologico”.

Weimar è un’esperienza totalmente nuova per Hitler, essendo sempre stato ancorato agli ideali imperialistici del Secondo Reich ed è per questo che si unì ad un nuovo partito, piccolo e regionale, ovvero quello dei Lavoratori Tedeschi (1919-1920). Come ho descritto sopra, però, la Repubblica era lacerata nel profondo, nata nel sangue: i partiti politici di sinistra odiano la socialdemocrazia, mentre quelli di destra e i monarchici ritengono che la Repubblica sia un vero affronto verso gli ideali della Rivoluzione tedesca prima della firma della Costituzione di Ebert. Entrambe le parti della politica tedesca, però, sono costrette a collaborare perchè hanno bisogno gli uni degli altri.  Il giovane Hitler, quindi, nel 1923, dopo aver rinominato il proprio partito in Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, marciò in testa ad un gruppo di suoi “colleghi” verso il Ministero della guerra di Monaco, volendo quasi imitare la Marcia su Roma di Mussolini avvenuta un anno prima nella penisola italiana. Questo Colpo di Stato, il cosiddetto “Putsch di Monaco”, al contrario della “marcia” di Mussolini, fallì e Adolf venne incarcerato e condannato ad un solo anno di prigionia: qui iniziò a scrivere la sua opera più famosa, che diventerà una “Bibbia” per i gerarchi nazisti e per l’intera nazione tedesca, ovvero il Mein Kampf (“La mia battaglia”).

L’ascesa di Hitler è compiuta: cancelliere e Fürher

Nel 1929 Weimar sta collassando: dopo un lustro di anni favorevoli la Repubblica è stremata con milioni di disoccupati, inflazione galoppante, un Governo impotente come non mai e minato dalle spinte autoritarie ed estremiste di quei personaggi che negli anni precedenti erano stati ignorati. Tra il 1923 e il 1928, infatti, pure presentandosi alle elezioni nazionali, il partito di Hitler ottenne pochissimo consenso, non raggiungendo nemmeno il 4%. La Repubblica ha avuto 20 governi in appena 14 anni e la gente è stanca di politici incompetenti ed è qui, nei primi anni ’30 che Hitler riunisce nel suo partito una serie di partiti più piccoli scontenti dei politici tedeschi e nel 1932 si presenta, quasi in maniera tronfia, alle elezioni politiche tedesche, ma anche qui lui non riesce ad ottenere il potere, ottenendo un nulla di fatto.

L’occasione perfetta, però, non tardò ad arrivare poichè dopo lo “scandalo Von Papen” (Von Papen, vedendo la situazione dello Stato tedesco, chiese aiuto al Partito Comunista Tedesco per avere “poteri speciali” e il fatto indignò notevolmente tutta la scena politica poichè nessuno in Occidente chiese mai aiuto ai comunisti, veri e propri nemici delle istituzioni liberali occidentali) la Repubblica di Weimar fu nuovamente priva di un governo: nel 1933 Hitler si ripresentò alle urne ed ottenne oltre il 43% dei consensi.

Nel Gennaio del 1933 Hitler venne nominato Cancelliere del Reich dal presidente federale Paul con Hindenburg: l’ascesa del futuro Fürher è quasi completa.

La dissoluzione della Repubblica di Weimar non fu mai completa opera di Hitler, ma fu causata da una serie di sfortunate e conseguenti contingenze, dovute al Trattato di Versailles e alla Crisi del ’29. Hitler, dal canto suo, seppe cavalcare in modo esemplare il malcontento popolare di quegli anni, si diede un progetto a lungo termine e utilizzò metodi più o meno brutali per ottenere il consenso che tanto agognava (nel 1934, proprio mentre stava diventando Fürher, avvenne la famosa “Notte dei lunghi coltelli” nella quale le SS epurarono i vecchi alleati di Hitler per fargli ottenere un potere assoluto e personale).

Hitler al potere: il Terzo Reich

Hitler divenne Fürher nel 1934, subito dopo la morte di von Hindenburg, ed è qui che la sua ascesa è compiuta: si ha l’instaurazione del totalitarismo nazista, creatura nata dalle ideologie del Fürher stesso, dai suoi pensieri e dalla sua volontà di trasformare la Germania nel Terzo Reich, sulla falsa riga del Secondo Reich.

Hitler si ritrovò, quindi, con un potere illimitato e assoluto nelle sue mani, ma non fu completamente soddisfatto poichè vedeva nemici ovunque, potenti ed evidenti, ma anche invisibili e vicini ed è proprio per questo che dopo la sua ascesa a Fürher si adoperò per epurare la società tedesca di tutti quei “parassiti” che minavano la futura e meritata grandezza della Germania. Prima di “mondare” lo Stato tedesco da questi personaggi però Hitler volle trasformare la Germania in un’autarchia (ovvero uno Stato indipendente autosufficiente economicamente senza ricorrere, o limitando, il commercio con altri Paesi). Come l’Unione Sovietica, apparente nemica assoluta della nazione germanica, il Fürher fece in modo di aumentare considerevolmente la produzione dell’industria pesante, ampliò l’esercito e, di conseguenza, tutta la produzione industriale: ridusse la disoccupazione in modo considerevole e represse nel sangue il dissenso. Tutto era pronto per il grande progetto hitleriano, cioè l’ampliamento del Lebensraum, “lo spazio vitale tedesco”, verso quelle popolazioni che si identificavano nella storia e nei costumi tedeschi, come i Sudeti e gli Austriaci.

Prima di questo progetto tanto ambizioso quanto crudo e aggressivo Hitler si decise a distruggere tutte le “razze inferiori”, come descritto nel suo Mein Kampf e vennero promulgate le Leggi di Norimberga (1935).

La Germania diventò quindi una potenza fortemente militarizzata, industrializzata e comandata da un personaggio tanto astuto quanto brutale: Hitler è riuscito a far entrare la Germania nella Società delle Nazioni, l’ha trasformata da Stato povero e scontento in uno ricolmo di patriottismo, forte ed autarchico e determinato ad ottenere quello che vuole anche utilizzando la forza.

Preludio alla Seconda Guerra Mondiale

Mentre Hitler stava trasformando la Germania in una temibile macchina bellica cosa stavano facendo le altre Potenze mondiali? Come riuscì Hitler ad attuare le sue “riforme” indisturbato pur attuandole con la forza e reprimendo nel sangue tutte le opposizioni? Le risposte sono tanto semplici quanto preoccupanti.

Dopo la fine della Grande Guerra l’unica Potenza continentale ancora non retta da totalitarismi era la Francia repubblicana che però era fin troppo debole per fronteggiare da sola la rapidissima ascesa della Germania nazista: l’Italia si trasformò, prima della Germania, anzitempo in uno Stato autoritario per volere del Duce, mentre l’Unione Sovietica stava ancora avendo problemi interni nonostante la presa di potere di Stalin. La Gran Bretagna? Era più impegnata nell’amministrazione coloniale che nelle faccende “continentali”. I Balcani erano ancora un melting pot di popoli, nel quale le nazioni appena nate erano deboli al confronto con le altre dell’Europa occidentale. E gli Stati Uniti? Prima della Crisi del ’29 conobbero un grande periodo di prosperità, mentre dopo si autoisolarono per non interferire ulteriormente con il Vecchio continente e in netto contrasto con i Quattordici Punti del presidente Woodrow Wilson (con annesso “principio di autodeterminazione dei popoli”, che Hitler sfruttò a suo favore).

Il resto del mondo era governato più o meno indirettamente dagli Stati europei: con colonie in Africa e in Medio Oriente, in Asia e in Sud America l’Europa “governava” nominalmente il mondo intero, ma la rapida ascesa dell’Impero del Sol levante, della Germania nazista, dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti avrebbe rimesso in discussione questa supremazia che perdurava da centinaia di anni tanto che la perderà subito dopo la catastrofica Seconda Guerra Mondiale.

 

 

 

 

 

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