Achille Lauro a Sanremo 2020: i significati nascosti nei suoi look

“CI SON CASCATO DI NUOVO”

         -Tutti noi quando proviamo a studiare ma qualcosa ci distrae

Achille Lauro è un rapper italiano che ha rivoluzionato il panorama del rap in Italia. È noto e discusso da tempo per il suo modo di fare e di vestire molto diverso dai canoni proposti dal suo stile musicale e viene quindi datato come unico nel suo genere, presentando stili sempre diversi legati anche a una componente femminile della sua personalità. Scrive infatti:  “Voglio contagio dalla femminilità”, come a indicare il suo desiderio di evadere dai preconcetti proposti dalla società, diventando un simbolo ribelle e rivoluzionario. Tuttavia, non è mai stato così discusso come alla 70esima edizione di Sanremo cantando “Me ne frego” (la sua coerenza è ammirevole) dove ha proposto stili sempre diversi in ciascuna puntata ispirandosi a personaggi famosi della storia e ai rispettivi quadri che li ritraggono.
Ecco le opere d’arte a cui si è ispirato e il loro significato:

San Francesco di Giotto

 

Dalla prima serata di Sanremo non si parlava d’altro se non dell’incredibile performance di Achille Lauro nei panni di San Francesco d’Assisi, tra post sui social, meme e articoli vari. Mia madre, originaria dell’Est e indiscussa esperta di Sanremo, l’ha definito: “una vergogna, è tutto nudo”. In realtà è vestito con un body attillato e trasparente preceduto da un mantello maestoso di velluto dai ricami dorati da cui si è poi spogliato.

Il ritratto a cui si è ispirato è “San Francesco rinuncia ai beni terreni” e già dal titolo si può intuire il significato a cui Achille è andato ad ispirarsi.

Scrive sul suo profilo Instagram: “San Francesco. La celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della basilica superiore di Assisi. Il momento più rivoluzionario della sua storia in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà”.

È dunque questo il significato: Achille Lauro si spoglia del suo mantello costosissimo per dedicarsi  alla povertà e alla vita spirituale, esponendoci chiaramente il suo desiderio di evadere dalle cose materiali a cui è stato abituato, proprio come ha fatto il celebre santo. Insomma, “se ne frega”.

Marchesa Luisa Casati Stampa

 

Più che un’opera d’arte Achille Lauro, nella quarta puntata di Sanremo, ci ha portato un’opera d’arte vivente. È il caso della Marchesa Luisa Casati Stampa, tanto lungo il nome quanto le esperienze che ha avuto nella sua entusiasmante vita. Con un copricapo di piume e cristalli Lauro rende maestosa questa figura storica nel mondo dell’arte.

Nata a Milano da una famiglia molto ricca Luisa, a soli 19 anni, sposa il Marchese Camillo Casati Stampa. Tuttavia, lei è da sempre stata un tipo ribelle e dall’animo sfuggente, tanto che il matrimonio le sta stretto, “costringendola” a cercare esperienze altrove. Inizia così una scandalosa relazione con Gabriele D’Annunzio e non solo! Diviene la musa ispiratrice di molti celebri artisti del futurismo come Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla Giovanni Boldini, Umberto Boccioni e Man Ray. Insomma, la vita di questa donna è stata costellata di divertimenti, stravaganze e delusioni. Verso la fine dei suoi giorni ha avuto un debito di ben 25 milioni di dollari a causa del suo modo di vivere. A parte questo possiamo tranquillamente affermare che ha vissuto la sua vita giorno per giorno. Celebre la sua frase “Essere diversa significa essere soli. Non amo ciò che è ordinario. Quindi sono sola.”

Scrive Lauro: “Fu una musa ispiratrice dei più grandi artisti della sua epoca, grande mecenate e performer prima della performing art, opera d’arte vivente”. È chiaro il significato, analogo a quello di San Francesco, ma più anticonformista: l’evadere dall’ordinario per vivere una vita spericolata e ribelle.

Il Bacio di Hayez

 

È inutile descrivere il quadro di Hayez, così famoso che anche la mia mamma dell’Est che accennavo prima lo conosce. In realtà non è una vera e propria ispirazione, anzi, è quasi come se il quadro si fosse ispirato allo stesso bacio tra Achille Lauro e Boss Doms.

È nella puntata finale che il rapper completa la performance nei panni, stavolta, della monarca Elisabetta I, nota per il suo appellativo di “regina vergine”. E non avrebbe potuto avere un finale migliore, baciando il noto chitarrista Boss Doms il quale ha accompagnato Lauro per tutta la durata del Festival. Un messaggio che dovrebbe arrivare istintivamente a chiunque e a qualunque generazione, anche i cosiddetti “boomers”, quello del loro bacio, come lo fa il celebre quadro.

In cosa si somigliano quindi? Dall’intensità dei colori data dalle caratteristiche dei due, dalle emozioni che provoca come un brivido sulla schiena perché ci immedesimiamo in loro. Dal menefreghismo, tema centrale della canzone di Achille, ma allo stesso tempo dall’importanza del momento, come se non ci fosse altro all’infuori della loro aura.

Insomma, Achille Lauro ha già vinto.

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