“Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti.”
L’uomo si è da sempre distinto dalle altre razze animali viventi per il suo pensiero e il suo modo di relazionarsi con il mondo circostante. Come diceva Voltaire piuttosto ironicamente: “È solo per un eccesso di vanità ridicola che gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali.” E aveva ragione, dato che gli umani non si sono mai considerati dei veri e propri animali, bensì esseri “superiori” portatori di una verità assoluta o relativa. Infatti, possiamo tranquillamente affermare che alcune domande, che siano quelle che ci poniamo sotto la doccia, quelle dei primi filosofi greci, o ancora quelle delle religioni dei nostri antenati, sono ricorrenti nella nostra specie e suonano all’incirca così: “perché mi trovo qui?”, “qual è il significato della mia esistenza?” o molto semplicemente “chi sono realmente?”.
Tuttavia, riflettere sulla loro verosimiglianza ci farebbe restare sorpresi, se non dubbiosi.
Ecco quattro teorie della realtà che faranno sì che tu chieda a te stesso “esisto davvero o sono solo un giocattolo nelle mani di qualcosa di più grande?”
1. Teoria della Simulazione
Chi non ha visto almeno una volta Matrix?
Per tutti gli appassionati: vi do una bella (o forse brutta) notizia: esiste una teoria che afferma che viviamo tutti in una realtà simulata, proprio come nel celebre film.
Questa ipotesi esiste fin dall’antichità, e fu portata avanti da dottrine filosofiche e religiose cinesi e indiane, anche se potrebbe sembrare qualcosa di assai recente. Per farvi capire meglio, vi riporto alcuni passi di Nick Bostrom, un noto filosofo svedese che spiega in parole semplici questa bizzarra ma verosimile teoria:
«Molte opere di fantascienza e alcune previsioni di persone che si occupano seriamente di tecnologia e futurologia sembrano supportare l’idea che enormi quantità di potenza di calcolo saranno disponibili in futuro. Supponiamo per un momento che queste previsioni siano corrette; una cosa che le generazioni successive potrebbero fare con i loro computer superpotenti è eseguire simulazioni dettagliate dei loro antenati o di persone come i loro antenati. Allora si potrebbe pensare ad una situazione in cui la stragrande maggioranza delle menti come la nostra non appartiene alla razza umana originale, ma sia invece parte di quelle persone simulate dai discendenti tecnologicamente avanzati della razza originale.»
Per farla breve, si potrebbe pensare a un’ipotetica persona che sta giocando a The Sims. Ebbene, quei Sims potremmo essere proprio noi e tutte le nostre azioni e i nostri pensieri sarebbero controllate da qualcuno, come il nostro destino. Forse è per questo che in tv trasmettono “1000 modi per morire”!
2. Realtà Parallele
Dimensioni parallele: un classico.
E se fosse realtà? Se ci fossero persone in carne ad ossa a testimoniare la veridicità di questa teoria?
Per chi non conoscesse questa famosissima trama di molti film di fantascienza, una dimensione parallela è, per l’appunto, una realtà molto simile alla nostra ma che presenta delle differenze negli eventi. Per esempio, in un’attività alternativa, tu potresti essere del sesso opposto, avere un altro lavoro, un’altra età e così via. Tutte queste realtà coesistono tra loro e mantengono la vita in ciascuna di esse, in cui noi potremmo esistere in tanti universi diversi.
Una spiegazione molto nota non è quella di Undici in Stranger Things, ma del geniale matematico Hugh Everett III: “Ogni universo si divide in una serie di nuovi universi, quando viene effettuata una misurazione quantistica. Possiamo dimostrare che è proprio dall’interazione tra questi mondi, soprattutto repulsiva, che nascerebbero i fenomeni quantistici”. Cioè tutti i fenomeni esistenti.
Secondo Hawking, gli universi alternativi potrebbero non essere governati da leggi fisiche radicalmente diverse e, al contrario, non essere molto differenti l’uno dall’altro. Questa teoria aiuterebbe a spiegare perché, data la varietà di condizioni ostili possibili, quello in cui viviamo sia un universo così incredibilmente adatto alla vita.
E’ così che, da teoria puramente filosofica, quella dei multiversi è considerata ormai qualcosa di scientifico, facente parte della fisica moderna. O quasi.
Avete mai sentito parlare dell’ “Effetto Mandela”?
Dietro alla nascita di questa incredibile teoria c’è una donna, Fiona Broome. Nel 2005, in una discussione un po’ surreale avvenuta durante una conferenza, si è resa conto che molte persone, lei inclusa, erano assolutamente convinte che Nelson Mandela fosse morto in prigione nel 1980. Incuriosita dalla coincidenza e convinta che non si trattasse di un semplice svista della memoria collettiva, ha fatto un po’ di ricerca e ha scoperto altre discrepanze tra la storia comunemente accettata e la sua versione registrata. (fonte: Vice)
Ebbene, secondo questo “effetto”, la nostra memoria costituirebbe un portale per un’altra dimensione. Assurdo, vero?
3. Realtà del Solipsismo
Da piccola credevo di essere l’unica a pensare e che tutti gli altri fossero frutto della mia immaginazione. Sarò stata una solipsista senza saperlo?
Infatti, secondo la dottrina del solipsismo, portata avanti analogamente in Oriente in alcune correnti filosofiche, esiste solamente il proprio io e tutte le altre forme di vita esistenti vanno ricondotte alla propria coscienza: l’individuo pensante è dunque l’unico ad esistere. Praticamente, io esisto perché sei stato tu a pensarmi, e perciò io non sarei in grado di essere cosciente del mio io perché non sono altro che una tua “invenzione”.
Una teoria piuttosto egocentrica e senza dubbio contestata nel corso degli anni, ad esempio dal famosissimo Cartesio: “io penso, dunque io sono” (“cogito ergo sum”). Decisamente una contrapposizione del punto di vista dei solipsisti.
Vi immaginate se fosse vero? Tutte le nostre azioni e i rapporti con gli altri non avrebbero più senso perché praticamente inesistenti.
4. Cervello nella Vasca
Appena avete letto il titolo, avrete pensato a un film horror o, come nella prima teoria, proprio a Matrix. Ebbene, secondo Hilary Putman, questa è la realtà.
Il controverso filosofo ipotizza che una macchina o una qualche altra entità possa estrarre il cervello dal corpo di una persona e immergerlo in una vasca, connettendolo a diversi fili che gli farebbero avere degli impulsi elettrici e gli farebbero credere di compiere una qualsiasi azione.
“Quando sembra a me di star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole. Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, né io ho una vera bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel che succede è che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello al computer, che fa sì che io “senta” la mia stessa voce che dice quelle parole e “senta” la lingua muoversi, ecc., e anche che voi “udiate” le mie parole, mi “vediate” parlare, ecc. In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davvero in comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma solo sull’esistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli esclusi.»
Decisamente da film horror!