«È un’incognita ogni sera mia. Un’attesa, pari a un’agonia.»
Così cantava Mia Martini nell’estate del 1973. Minuetto, una delle canzoni più belle della musica italiana. E un’agonia, lenta e inesorabile, è stata la vita di Mia Martini, al secolo Domenica Rita Adriana Bertè.
Mia Martini è nata a Bagnara Calabra, provincia di Reggio Calabria, il 20 settembre 1947 ed è morta, a Cardano al Campo, provincia di Varese, il 12 maggio 1995, esattamente venticinque anni fa.
Venticinque anni senza una delle voci più raffinate del panorama musicale italiano, una voce senza tempo le cui canzoni hanno fatto sognare milioni di italiani.
Mia Martini, detta anche Mimì, è stata interprete sensibile e amatissima, ma al tempo stesso tormentata, alla continua ricerca di un amore che troppe volte, presentissimo nei suoi brani, nella vita privata le fuggiva, gettandola in una perenne condizione di solitudine.
I primi successi
Dopo i primi singoli incisi col nome di Mimì Bertè, l’album di esordio della cantautrice di origini calabresi è pubblicato sul finire del 1971 dall’etichetta RCA italiana dell’importante produttore discografico Alberigo Crocetta. Il titolo è Oltre la collina e contiene uno dei brani più celebri dell’autrice: Padre davvero, pezzo che ottiene la vittoria al Festival di Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio.
Da lì in poi il successo sarà inarrestabile: Mia Martini vince per due anni consecutivi il Festivalbar – nel 1972 con Piccolo uomo e nel 1973 con la già citata Minuetto, scritta per lei dall’amico Franco Califano – e i suoi dischi vengono distribuiti in tutta Europa approdando anche sul mercato giapponese.
Mia Martini e il Festival di Sanremo
In oltre vent’anni di carriera Mimì ha conquistato molteplici riconoscimenti senza però mai riuscire a trionfare al Festival della canzone italiana. A Sanremo Mia Martini otterrà appena un secondo posto nel 1992 – Gli uomini non cambiano, il singolo presentato, è superato di circa 600 voti dal brano vincitore Portami a ballare di Luca Barbarossa – e per ben tre volte il Premio della Critica che dal 1996 porta il suo nome – nell’82 con E non finisce mica il cielo, nell’89 con Almeno tu nell’universo e nel 90 con La nevicata del ’56.
Questi sono soltanto alcuni dei brani entrati di diritto nel repertorio classico della canzone italiana. Impossibile, infatti, dimenticare Donna con te, Donna, Disco d’oro dell’estate 1989, Cu ’mme, probabilmente l’ultimo successo della cantautrice, canzone napoletana scritta nel 1992 da Enzo Gragnaniello e interpretata dallo stesso autore con Roberto Murolo e Mia Martini, o Stiamo come stiamo, cantata in coppia con la sorella Loredana a Sanremo ’93.
Una vita travagliata
La carriera di Mimì è stata segnata però da molte traversie come la travagliata vita sentimentale, i contrasti con le etichette discografiche e, non per ultime, le cattiverie sul malocchio che in molti, del mondo dello spettacolo, sostenevano la cantante portasse.
«La mia vita era diventata impossibile – dichiarerà Mimì –. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi.»
Dopo due operazioni alle corde vocali che le modificarono il tono di voce, dalla seconda metà degli anni Ottanta Mia Martini si allontanerà gradualmente dal jet set, in una sorta di esilio volontario.
Riapparirà, scintillante come non mai, solo nel 1989 sul palco di Sanremo con la fortunatissima Almeno tu nell’universo, una delle sue canzoni più indimenticabili.
La morte e il ricordo postumo
Successo che unito ad altri dei primi anni Novanta non la riappacificò però con il mondo dello spettacolo. Sofferente da qualche tempo, Mia Martini morirà il 12 maggio 1995, a quarantasette anni, nella sua casa di Cardano del Campo, in provincia di Varese. Il suo corpo sarà scoperto soltanto due giorni dopo dal suo manager. Mia Martini era sul letto, in pigiama, e portava le cuffie del walkman alle orecchie.
L’autopsia disposta dalla Procura di Busto Arsizio parlerà di un arresto cardiaco causato da overdose di stupefacenti. Una morte che provocherà polemiche lasciando per sempre una coltre di mistero sulla fine tragica di una delle voci più memorabili della canzone italiana.
Oltre al già citato Premio della Critica a Sanremo, a Mia Martini la città natale Bagnara Calabra ha dedicato un premio musicale, il Premio Mia Martini, e un monumento sul lungomare.